La Sicilia occupa l’ultima posizione nell’Unione Europea in termini di partecipazione femminile al lavoro, presentando un tasso di occupazione ben lontano dalla media italiana. Nonostante ciò, le aziende a conduzione femminile costituiscono un terzo del totale delle imprese agroalimentari registrate nell’isola, rappresentando una fonte produttiva e occupazionale significativa per il territorio.
Gli studi dimostrano che le imprese agricole a conduzione femminile tendono a concentrarsi maggiormente sull’innovazione, sul benessere della comunità e sullo sviluppo sostenibile. Queste aziende non guardano solo al profitto, ma anche al rapporto con la comunità, al ritorno che l’investimento ha sul territorio e sulle persone coinvolte nel processo.
Le imprese femminili hanno quindi un ruolo chiave nella promozione di una transizione verso un’agricoltura e verso sistemi alimentari sostenibili, in grado di ridurre i rischi ambientali e aumentare la resilienza delle comunità, portando al contempo benefici socio-economici. Sono impegnate in prima linea per rispondere al bisogno di cibo genuino, prodotto con pratiche rispettose dell’ambiente, e sono in grado di trovare il giusto equilibrio tra tradizione e innovazione, proteggendo il patrimonio locale e la biodiversità.
Tuttavia, le donne imprenditrici continuano ad affrontare molti ostacoli, poiché le disuguaglianze di genere spesso impediscono loro di esprimere il loro pieno potenziale. Per questo motivo, è importante rafforzare l’occupazione femminile e le possibilità di fare impresa nel settore agroalimentare: un’industria strettamente legata all’identità della Sicilia e con un potenziale significativo, ma non ancora sfruttato in termini di innovazione e crescita.
Le opportunità al Forum Mediterranea
Di queste sfide e opportunità abbiamo parlato durante l’evento Mediterranea – Forum d’impresa per un Mediterraneo sostenibile al femminile, tenutosi il 17 giugno 2023 a Villa Pottino, a Palermo (Italia).
Fin dal mattino, 20 produttori locali hanno presentato le loro specialità in un’ampia area espositiva dove i visitatori hanno potuto degustare e acquistare alimenti genuini e a chilometro zero come frutta e verdura, olio, vino, latticini, marmellate, miele e molto altro. Grazie al job corner, chi era in cerca di lavoro ha potuto mettersi in contatto con le aziende, creando nuove opportunità di collaborazione. Mentre, nel corso della giornata, si sono svolti diversi interventi e dibattiti che hanno affrontato vari temi, come la sostenibilità e l’imprenditoria femminile nel mondo rurale.
È stata l’occasione per presentare le tre start-up femminili finanziate dal progetto – AgroMini, A’Naca – Vita in Natura e Nivura – e restituire i risultati del percorso di formazione e accompagnamento che ha portato allo sviluppo di questi progetti imprenditoriali. Alice Quattrocchi, Eleonora Chiri e Irene Russo hanno dunque raccontato le loro esperienze di imprenditrici nel mondo rurale siciliano. Hanno esposto le sfide affrontate, condividendo i momenti di successo e spiegando come l’impegno, la passione e l’attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale possano portare a grandi risultati.
Sostenibilità sociale e ambientale
Di sostenibilità sociale e ambientale si è parlato anche nella seconda sessione di conferenze, durante la quale tre imprenditori affermati e innovativi hanno condiviso le proprie esperienze. Alla base del loro lavoro c’è non solo attenzione al valore economico, ma anche a quello ambientale e sociale. Un esempio è Cuoche Combattenti, un progetto di imprenditoria sociale che offre formazione sul lavoro alle donne vittime di violenza. La fondatrice, Nicoletta Cosentino, che per il suo lavoro ha ricevuto un cavalierato dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, ha raccontato la storia che l’ha portata a creare un’azienda alimentare che offre emancipazione economica alle donne che hanno subito violenza, permettendo loro di acquisire nuove competenze professionali, fiducia in se stesse e autostima. Dimostra così che il cibo può essere uno strumento efficace per l’emancipazione economica delle donne in difficoltà, dando loro la possibilità di diventare gradualmente autosufficienti.
In merito alla sostenibilità ambientale è intervenuto invece Carlo Amodeo, il primo e più importante produttore di miele di ape nera siciliana, un tipo di miele che riflette la diversità della flora endemica siciliana e che è stato riconosciuto come Presidio Slow Food. Il viaggio di Carlo Amodeo è iniziato 40 anni fa, quando ha trovato gli ultimi alveari di api nere sopravvissuti in un paesino della Sicilia e ha deciso di tenerli isolati su una piccola isola per preservarne la linea genetica. Così facendo, ha salvato questa specie dall’estinzione e l’ha aiutata a prosperare di nuovo.
Un’esperienza simile è stata condivisa da Silvia Turco, che gestisce l’azienda agricola di famiglia insieme alle sorelle Tiziana, Anna e Gea. Il terreno in cui coltivano grani antichi siciliani biologici si estende per 250 ettari. A differenza di quelli moderni, i grani antichi sono molto resistenti e crescono spontaneamente senza richiedere un uso eccessivo di fertilizzanti, pesticidi e irrigazione. Inoltre, i grani antichi offrono importanti nutrienti e sono più digeribili e assimilabili del grano moderno. Ciò risulta in minore probabilità di sviluppare intolleranze, che sono invece sempre più diffuse tra la popolazione.
Tutte queste buone pratiche dimostrano come le imprese possano abbracciare i valori della sostenibilità ambientale, economica e sociale per raggiungere la conversione ecologica, l’emancipazione sociale e lo sviluppo sostenibile. Mediterranea – Forum d’impresa per un Mediterraneo sostenibile al femminile è stato dunque un’occasione unica per scoprire le tradizioni gastronomiche della zona, per conoscere l’imprenditorialità sostenibile e per fare rete e scambiare conoscenze ed esperienze. L’evento, a cui hanno partecipato più di 200 persone, è stato un successo e ha contribuito alla promozione della qualità, dell’innovazione e della sostenibilità del settore agroalimentare.
A proposito di InnovAgroWoMed
InnovAgroWoMed intende rafforzare l’occupazione femminile e la capacità di fare impresa nel settore agroalimentare, un’industria strettamente collegata all’identità della regione mediterranea e con un significativo potenziale ancora non sfruttato in termini di innovazione e crescita. È un progetto co-finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma ENI CBC MED.
Partner
- Università di Roma Tor Vergata (Italia, coordinatore)
- Jovesolides (Spagna)
- Centre of Arab Women for Training and Research – CAWTAR (Tunisia)
- Palestinian businesswomen’s association – ASALA (Palestina)
- CESIE (Italia)
Per ulteriori informazioni
Visita la pagina RISCRIVI LA TUA STORIA e segui il progetto su Facebook.
Contatta: international@cesie.org