Affrontare il fenomeno della scarsa segnalazione e registrazione degli episodi d’odio contro donne musulmane sviluppando un approccio partecipativo che coinvolga forze dell’ordine, autorità locali, società civile e comunità musulmane.
Contesto
In Italia le donne musulmane sono particolarmente vulnerabili e dunque soggette ad episodi di intolleranza, razzismo e xenofobia. Per di più, in base a numerose ricerche, questi episodi di intolleranza, così come i crimini di odio, vengono raramente segnalati o denunciati alle autorità competenti.
Il progetto TRUST mira ad affrontare gli elementi di criticità che sottostanno e causano la scarsa segnalazione e registrazione dei casi di odio attraverso lo sviluppo di un approccio partecipativo che coinvolga i rappresentanti delle forze dell’ordine e le autorità locali da un lato, i membri della società civile e delle comunità musulmane dall’altro. L’approccio partecipativo consentirà di creare una collaborazione armoniosa tra i diversi attori al fine di trovare metodi e soluzioni appropriate per fornire assistenza alle vittime e dunque facilitare l’emersione di episodi e casi che solitamente rimangono sommersi.
Obiettivi
- Affrontare le cause della mancata denuncia e registrazione dei casi di hate speech e crimini d’odio verso donne musulmane in Italia;
- Mappare le diverse tipologie di discriminazione, violenza e discorsi d’odio contro le donne musulmane in Italia;
- Promuovere e supportare il dialogo tra Forze dell’ordine e Autorità locali da un lato e Organizzazioni della società civile e i leader delle comunità vulnerabili dall’altro, al fine di trovare soluzioni comuni;
- Rafforzare il meccanismo di segnalazione dei casi di discriminazione e crimini d’odio contro le donne musulmane in modo da offrire una risposta effettiva.
Attività
- Analisi multidimensionale per identificare le cause delle mancate denunce e le soluzioni per migliorare l’assistenza alle vittime e favorire le segnalazioni di crimini d’odio;
- 4 workshop per promuovere il dialogo tra professionisti e identificare soluzioni pratiche per migliorare il livello di assistenza offerto alle vittime;
- Workshop collaborativo per delineare un piano d’azione volto a mettere in pratica soluzioni pratiche;
- Realizzazione delle linee guida delineate nel piano d’azione;
- Formazione di 65 esperti per facilitare la messa in pratica il piano d’azione;
- Firma di un protocollo d’Intesa tra le autorità pubbliche e le organizzazioni della società civile.
Risorse
- Analisi multidimensionale delle cause e delle soluzioni per assistere vittime di crimini d’odio
- Piano d’azione per realizzare interventi volti a migliorare il livello di assistenza alle vittime
- Risultati e valutazione del piano d’azione
- Contrastare e prevenire i fenomeni di odio
Impatto
- Maggiore comprensione delle cause di mancata segnalazione e scarsa registrazione dei casi di hate speech e crimini d’odio contro le donne musulmane in Italia;
- Maggiore fiducia tra rappresentanti delle forze dell’ordine e autorità locali da un lato e membri di organizzazioni della società civile e leader della comunità musulmana e donne musulmane in particolare;
- Sviluppo congiunto e realizzazione di soluzioni condivise per risolvere la mancata segnalazione e registrazione dei casi di hate speech e crimini d’odio contro le donne musulmane in Italia;
- Migliori capacità e competenze dei professionisti di adottare misure di contrasto efficaci dell’hate speech contro le donne musulmane.
Partner
- FONDAZIONE AGENFOR INTERNATIONAL (Coordinatore, Italia)
- Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Trento (Italia)
- CE.S.I. – CENTRO STUDI INTERNAZIONALI (Italia)
- CESIE (Italia)
- FONDAZIONE L ALBERO DELLA VITA ONLUS (Italia)
- ACTIONAID INTERNATIONAL ITALIA ONLUS (Italia)
- A Buon Diritto Onlus (Italia)
- COMUNITA RELIGIOSA ISLAMICA ITALIANA (Italia)
- MINISTERO DELLA DIFESA (Italia)