Questo 30 luglio ricorre la Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani. Oggi, è necessario ed urgente che si intensifichi l’impegno nella lotta contro la tratta, si proteggano le persone colpite da questa pratica e si incoraggi il loro empowerment.
In tutti i paesi del mondo, trafficantз di esseri umani sfruttano le persone a scopo di lucro, e i soggetti più vulnerabili e poveri sono quelli più a rischio. La tratta a scopo di sfruttamento sessuale è una forma di violenza radicata nelle disuguaglianze di genere e rimane la forma di tratta più diffusa e segnalata nell’UE dal 2008.
Oltre il 70% delle vittime di tratta rilevate sono donne e ragazze, mentre quasi un terzo sono bambine e bambini. In particolare, le persone richiedenti asilo, rifugiate e migranti, specialmente donne e minori non accompagnati, sono quelle più a rischio di diventare vittime di tratta. Il numero totale di 14.145 vittime registrate (CE, 2020) dagli Stati membri dell’UE per il 2017 e il 2018 è superiore rispetto al periodo di riferimento precedente. È probabile che il numero effettivo di vittime sia molto più alto dei dati riportati in quanto molte di loro non vengono rilevate, soprattutto in un momento quale quello attuale in cui nuove crisi umanitarie riguardano l’Europa ancora più da vicino. La perdita di posti di lavoro, la povertà crescente, la chiusura delle scuole e l’aumento delle interazioni online costituiscono nuovi fattori di vulnerabilità e, di conseguenza, ulteriori occasioni di sfruttamento per i gruppi criminali organizzati. Le crisi più recenti hanno sopraffatto i servizi sociali e pubblici, hanno intaccato il lavoro delle forze dell’ordine e dei sistemi di giustizia penale e hanno reso più difficile per le vittime cercare aiuto.
Le sfide per le donne più vulnerabili in Sicilia
In Sicilia, le donne vulnerabili devono affrontare una serie di sfide.
La situazione del mercato del lavoro è piuttosto sfavorevole in quanto il precariato è molto diffuso. A Palermo molte persone sono impiegate con contratti precari e il mercato del lavoro è ancora più difficile ed inaccessibile per le donne immigrate. Tutto questo si traduce in una tendenza allo sfruttamento; molto spesso, le donne non sono impiegate con contratti regolari, quindi non ricevono una retribuzione dignitosa né l’orario di lavoro rispetta i vincoli di legge.
Molte donne sopravvissute alla tratta hanno un livello di istruzione piuttosto basso, alcune di loro sono analfabete. Inoltre, non sono molto motivate a frequentare corsi o ad informarsi sulle opportunità di formazione e impiego, il che ostacola ulteriormente il loro processo di inclusione sociale.
Infine, i servizi di supporto riscontrano una serie di sfide, lacune e carenze e non riescono a garantire un supporto continuo, lavorando perlopiù su base progettuale, quindi le donne che lasciano i centri di accoglienza sono spesso lasciate sole, prive di ulteriore supporto.
In questi tempi difficili, cerchiamo di fare del nostro meglio per fornire un sostegno essenziale alle persone sopravvissutte alla tratta di esseri umani.
Come forniamo sostegno?
Crediamo fermamente nell’importanza di lavorare su tre livelli:
- Per la prevenzione della violenza (e del suo iterarsi), affrontando i bisogni di persone che potrebbero essere a rischio di violenza.
- Per la protezione delle vittime e sopravvissuttз, informandolз sui servizi di supporto disponibili, fornendo strumenti pertinenti e rafforzando le capacità di professionistз in materia di misure di protezione efficaci.
- Per il supporto a sopravvissutз, comunità, professionistз e altrз attorз, documentando, mappando e segnalando i diversi programmi di sostegno e le opportunità disponibili. Inoltre, mettiamo in contatto lз sopravvissutз con i servizi e le opportunità pertinenti e l sosteniamo nello sviluppo delle loro competenze per il loro empowerment.
Attualmente, con il progetto WINGS stiamo lavorando per sostenere l’inclusione delle donne sopravvissute alla tratta nel paese di arrivo, facilitando il loro processo di empowerment, ascoltandole e imparando dalle loro esperienze e necessità. Ad esempio, il CESIE sta lavorando allo sviluppo di un Framework generico per un’inclusione centrata sulle sopravvissute, con il quale intendiamo facilitare l’inclusione socio-economica delle donne sopravvissute alla tratta. Per raggiungere questo obiettivo, attueremo un programma di sostegno basato sulla formazione linguistica con supporto psicologico e sull’offerta di consulenza occupazionale personalizzata per l’inclusione lavorativa.
Allo stesso tempo, condurremo una campagna di sensibilizzazione nazionale per informare i datori e le datrici di lavoro locali sull’importanza della creazione di un ambiente di lavoro inclusivo per le donne in condizioni di vulnerabilità e per sensibilizzare policy makers e l’opinione pubblica sulla creazione di programmi di sostegno specifici per le donne sopravvissute.
La tratta di esseri umani affonda le sue radici dove mancano le opportunità, pertanto crediamo fermamente che investire in programmi di sostegno e formazione dedicati alle sopravvissute alla tratta, tenendo conto delle loro specifiche esigenze, desideri e aspirazioni, sia oggi fondamentale e urgente per arginare questo fenomeno.
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