Esiste ancora un divario di genere nell’apprendimento delle discipline STEM? Ragazze e ragazzi hanno davvero le stesse opportunità nel mondo dell’istruzione? Un diverso approccio può aiutare le ragazze a farsi largo nel mondo della scienza?
Oggi il sapere scientifico, in grado di portare a innovazioni e progressi costanti, è più importante che mai. Nella società del XXI secolo sono sempre più richieste le figure che operano nel settore delle STEM (un acronimo di origine angloamericana che sta per Science, Technology, Engineering and Maths ovvero scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) che non a caso offre numerose e allettanti opportunità di lavoro. Tuttavia, anche chi non ha intrapreso una carriera in questo ambito ha bisogno di conoscere e possedere competenze scientifiche avanzate, allo scopo di potersi muovere liberamente nella società odierna e prendere decisioni consapevoli su questioni cruciali (Benish, 2018).
Tuttavia, lɜ studentɜ italianɜ non sembrano avere una buona formazione scientifica. Secondo i recenti risultati dei test PISA 2022 (un’indagine internazionale promossa dall’OCSE), lɜ studentɜ italianɜ hanno ottenuto punteggi vicini alla media OCSE in matematica, mentre sono inferiori alla media in scienze. Infine, rispetto alla media dei Paesi OCSE, in Italia è stata riscontrata una percentuale inferiore di studentɜ che ha ottenuto i risultati migliori in almeno una disciplina (OCSE, 2023).
Sebbene in Italia l’istruzione sia gratuita ed obbligatoria e ragazze e ragazzi studino le stesse materie e frequentino le stesse classi, è stato rilevato un divario di genere evidente nelle materie scientifiche. Nei test PISA 2022, i ragazzi hanno superato le ragazze di 21 punti in matematica. A livello globale i ragazzi hanno fatto meglio delle ragazze in matematica in 40 Paesi. In scienze la tendenza è simile, ma le differenze non sono altrettanto significative (OCSE, 2023). Questi risultati attestano un divario di genere profondo che influisce sulla presenza delle donne nell’ambito delle STEM e che ha delle ripercussioni anche più avanti a livello accademico e professionale.
I dati indicano che esistono delle differenze tra il numero di uomini e di donne che scelgono di intraprendere un percorso universitario in ambito scientifico. Sebbene, infatti, queste ultime rappresentino oltre la metà delle persone con un titolo di studio universitario (58,4%), solo l’8,8% di loro ha una laurea in ambito scientifico. Inoltre, la percentuale di donne laureate in informatica è particolarmente bassa, pari all’1,4% contro la media UE del 3,8% (Education and Training Monitor, 2022).
Si tratta di una tendenza consolidata ed è difficile fornire spiegazioni univoche poiché è necessario tenere conto di innumerevoli variabili e caratteristiche individuali. Ad ogni modo, possiamo imputare in parte il divario di genere al modo in cui è strutturato il sistema scolastico e ai metodi didattici utilizzati. Alcuni studi (Gilligan, 1982; Belenky et al., 1986; Becker, 1995 in Bevan, 2001) suggeriscono che le ragazze vengono spesso discriminate in matematica per via del loro stile di apprendimento. Si pensa, infatti, che queste ultime siano in grado di collegare contesti e ambiti disciplinari differenti e tendano, dunque, ad analizzare prima il contesto e i rapporti di relazione quando studiano un nuovo tema matematico. Secondo Head (1995 in Bevan 2001) le ragazze preferiscono ambienti di apprendimento improntati alla collaborazione e alla solidarietà, mentre i ragazzi lavorano meglio in contesti competitivi in cui sono messi sotto pressione. Inoltre, i ragazzi si adattano meglio agli approcci più tradizionali che implicano la memorizzazione rapida di fatti e regole astratte. Al contrario le ragazze fanno meglio dei ragazzi quando possono svolgere compiti che non hanno soluzioni univoche, sono basati su processi e legati a situazioni reali che incoraggiano le allieve a pensare da sole (Arnot et al., 1998 in Bevan, 2001).
Per colmare questo divario, è necessario adattare il modo in cui vengono insegnate le discipline STEM e la matematica per favorire la partecipazione delle ragazze e incoraggiarle a interessarsi alle materie scientifiche. Lɜ insegnanti devono imparare ad esaltare l’importanza di queste discipline, ponendo in evidenza le loro applicazioni pratiche in contesti in cui le studentesse hanno familiarità, stimolando così la curiosità delle ragazze nei confronti di queste materie. Pertanto, è necessario trasformare il modo in cui viene affrontato lo studio delle scienze, passando da un approccio teorico e astratto a uno più tangibile e vicino alla realtà quotidiana.
Alla luce di queste considerazioni, il progetto STEAM Tales intende promuovere il ricorso allo storytelling e agli esperimenti pratici per avvicinare le bambine (di età compresa tra i 6 e i 9 anni) al mondo delle scienze. A tale scopo svilupperemo 12 lezioni che racconteranno le storie di donne che si sono contraddistinte in campo scientifico a cui saranno associate anche degli esperimenti.
Le storie dei modelli di ruolo femminili serviranno a presentare le discipline STEM in modo coinvolgente e stimolante, creando ambienti di apprendimento inclusivi e fornendo a tutte le bambine gli strumenti necessari per immergersi nello studio delle materie scientifiche e perseguire una carriera in questo settore.
Il 23 novembre 2023 le organizzazioni partner del progetto si sono incontrate in Slovenia per parlare della didattica delle materie scientifiche e del divario di genere in Europa allo scopo di trovare un terreno comune e dare forma al primo prodotto del progetto: la guida introduttiva dal titolo Contribuire all’empowerment delle bambine attraverso le STEAM: stimolare la curiosità per creare opportunità. L’incontro è servito anche a preparare le prossime azioni: la stesura delle storie di successo e la programmazione della fase di sperimentazione.
Ogni organizzazione partner ha, infatti, il compito di individuare due modelli di ruolo femminili nelle STEM: una figura del passato e una ancora attiva nel proprio campo. Quindi, dovrà elaborare le storie di successo, seguendo il modello proposto dall’Università di Porto. I racconti saranno poi accompagnati da esperimenti e inseriti all’interno dei programmi delle lezioni da testare nelle scuole elementari locali.
Seguici per ricevere tutti gli aggiornamenti e saperne di più sulle fantastiche donne che hanno contribuito alla ricerca scientifica!
Leggi la scheda progetto o scrivi a Cecilie La Monica Grus: cecilie.lamonica@cesie.org.
A proposito di STEM Tales
STEAM Tales – Enhancing STEAM education through storytelling and hands-on learning è un progetto biennale finanziato dal programma Erasmus+, KA220-SCH – Cooperation partnerships in school education, promosso da cinque Paesi europei.
Partner
- MIND – Mittelhessisches Institut für Nachhaltigkeit und Diversität gGmbHNome (Germania, coordinatore)
- GoINNO Inštitut (Slovenia)
- CESIE (Italia)
- Universidade do Porto (Portogallo)
- SCS LogoPsyCom (Belgio)
Per ulteriori informazioni
Leggi la scheda progetto.
Contatta Cecilie La Monica: cecilie.lamonica@cesie.org.