Il CESIE supporta attivamente l’iniziativa Support Life After Torture promossa dall’IRCT a livello globale in occasione della Giornata Internazionale delle Nazioni Unite a Sostegno delle Vittime della Tortura, 26 giugno 2016.
Ogni anno, il 26 giugno, ribadiamo il nostro sostegno a tutte le persone che, in diverse parti del mondo, sono state vittime di tortura. Queste parole verranno pronunciate oggi in più di 100 paesi e in una dozzina di lingue diverse. Potrebbero essere lette da un operatore della riabilitazione, che investe le proprie conoscenze e la propria esperienza per aiutare le vittime di tortura a guarire, oppure da un avvocato, che perora la loro causa in tribunale.
Potrebbero essere lette da un filantropo, che sostiene il nostro lavoro, o da un politico che ha accolto il nostro invito all’azione e manifesta la propria determinazione a sradicare la tortura dalle nostre vite.
Potrebbero anche essere lette da un sopravvissuto o una vittima di torture, oppure da un familiare che è stato testimone del dolore e del coraggio di una persona amata. In un mondo nel quale tortura resta una realtà in oltre 141 paesi in tutti i continenti, e spinge un numero di vittime senza precedenti ad abbandonare le proprie case per cercare la salvezza altrove, la celebrazione di questa giornata resta un monito sempre attuale.
Fermiamoci un momento ad ascoltare tutte queste voci. Un momento, per riflettere sull’ingiustizia che conduce alla tortura, al dolore e alla rovina che semina nel suo percorso, e rendiamo omaggio al coraggio ammirevole necessario per continuare a vivere e a perseverare nella ricerca della felicità dopo una tale sofferenza.
(Momento di silenzio)
Sono passati 29 anni da quando è entrata in vigore la Convenzione contro la Tortura. La convenzione è una tappa straordinaria nella lotta contro la tortura, poiché ne delinea la strategia complessiva, enfatizzando in pari misura il lavoro di prevenzione, l’attribuzione delle responsabilità e le misure riparatorie. Fino al giorno in cui la tortura verrà sradicata, dobbiamo tener fede al nostro obbligo collettivo di protezione e supporto alle vittime, che può passare anche attraverso una riabilitazione olistica.
La buona notizia è che il nostro movimento è solido ed è determinato a rendere il Diritto alla Riabilitazione una realtà. Abbiamo fatto molti progressi in questo senso: le nostre voci sono state ascoltate e hanno avuto un impatto sulle disposizioni legislative a livello internazionale e, sempre di più, nazionale. Inoltre, è ormai ben noto che la riabilitazione funziona. La maggior parte delle vittime che ricevono supporto e che partecipano a percorsi di riabilitazione la ritengono una tappa utile del loro percorso di ricerca della felicità.
Questo ha un impatto positivo sulle loro famiglie, comunità e società di appartenenza, per questa ragione è necessario sostenere i servizi di riabilitazione, e vi invitiamo ad unirvi al nostro movimento e alla nostra richiesta di incrementare le risorse destinate al sostegno delle vittime di tortura.
Ascoltate le voci che provengono da tutto il mondo. Prendete coscienza della sofferenza subita dalle vittime di tortura e prestate ascolto all’obbligo umanitario di sostenere queste persone nella loro vita dopo la tortura.
Grazie.