La comunità scolastica in azione: introduzione al Teatro dell’Oppresso

martedì 23 Aprile 2024

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Durante una conferenza TEDx svolta in collaborazione con la South Carolina State University, la docente Shannon Ivey decide di portare sul palco la compagnia studentesca STATE of Reality, da lei stessa gestita, per interrogare il pubblico sui temi della diversità e del conflitto attraverso una metodologia teatrale mondialmente riconosciuta: Il Teatro dell’oppresso.

Il Teatro dell’oppresso nasce negli anni ’70 dal lavoro di Augusto Boal, prolifico regista di teatro, drammaturgo e attivista brasiliano il cui lavoro si estende su diversi campi e discipline come la psicologia e la sociologia. Il nome di questa forma di teatro nasce dall’ispirazione che Boal trae da “La pedagogia dell’Oppresso”, uno dei testi fondativi di pedagogia critica in cui l’educatore Paulo Freire tenta di decostruire la prospettiva coloniale dominato-dominante che attraversa i sistemi educativi a favore dell’instaurazione di un processo di co-creazione in cui lo studente non è “recipiente” dell’azione educativa, ma ne è protagonista.
Allo stesso modo, la decostruzione dello sceneggiato teatrale operata da Augusto Boal vuole trovare forme più democratiche e politicamente partecipate di rappresentazione scenica. In particolare, tra una delle tante forme in cui si articola il Teatro dell’oppresso, trova spazio il Teatro Forum.

Il Teatro Forum si basa sulla messa in scena di una situazione di conflitto che vede la presenza di un soggetto che subisce un oppressione (mobbing, bullismo o discriminazione sulla base dell’appartenenza a un gruppo sociale specifico) e uno o più soggetti che sono fautori dell’oppressione. Nonostante il teatro classico ha visto per secoli il palco come un luogo tridimensionale ma chiuso in sé stesso, la cifra stilistica del Teatro Forum è il completo abbattimento della quarta parete: il pubblico non è solo chiamato a osservare, ma a irrompere sulla scena, commentarla, criticarla, inventare nuovi personaggi e trovare delle soluzioni collettive, introducendo la figura dello spett-attore. L’interazione tra il pubblico e gli attori principali è mediata da un’altra figura, il joker, che, mantenendo sempre una posizione perfettamente neutrale, invita il pubblico a fare il proprio intervento.

Quella del Teatro Forum è una delle metodologie principali utilizzate nell’ambito di SOPHIE. Dato che la rapida diffusione della tecnologia ha rivoluzionato numerosi aspetti della nostra quotidianità, compreso il settore dell’istruzione, negli ultimi anni (soprattutto a causa della pandemia) si è accelerata l’adozione dell’apprendimento online come parte integrante dei sistemi educativi. Tuttavia, questo cambiamento non è privo di sfide, riflessioni e problemi a cui abbiamo provato a rispondere utilizzando strumenti come il teatro per coinvolgere genitori, studentɜ e insegnanti nella simulazione di eventi difficili che potrebbero essere attraversati dalla comunità scolastica (revenge porn, cyberbullismo, dipendenza da dispositivi digitali).

È fondamentale riflettere su come guidare lɜ giovani nell’utilizzo responsabile degli strumenti digitali, garantendo loro una navigazione sicura nel vasto mare del web. Se da un lato le risorse online offrono maggiore flessibilità e accesso facilitato a conoscenze e materiali, dall’altro è essenziale integrare tali strumenti con approcci didattici più tradizionali (Il Sole 24 Ore, 2023).

In Italia, come in molte altre realtà, sono emerse alcune criticità legate all’apprendimento online. Una delle principali è la mancanza di interazione sociale, che può condurre gli studenti all’isolamento e limitare lo sviluppo delle relazioni tipiche dell’ambiente scolastico tradizionale. Inoltre, la libertà offerta dall’apprendimento online può diventare un’arma a doppio taglio, in quanto espone gli studenti con facilità a contenuti non pertinenti o inappropriati.

Un altro problema significativo è rappresentato dalla difficoltà dei docenti nel fornire supporto personalizzato agli studenti. Interagire su piattaforme online con un gran numero di utenti può essere complesso e limitare la capacità del docente di monitorare attentamente il progresso di ciascun individuo, con il rischio che alcuni concetti non vengano pienamente compresi.

Al fine di creare nuove strade per il futuro e avere un momento di riflessione finale sui risultati raggiunti dal progetto SOPHIE alla fine del suo ciclo di vita, il 13 aprile abbiamo incontrato presso l’Interhortodox Church Center of Greece ad Atene alcune figure professionali come psicologɜ, accademicɜ e responsabilɜ della sicurezza digitale della polizia postale che hanno attraversato insieme a noi i potenziali rischi che lɜ giovani possono incontrare in rete.

Vuoi conoscere anche tu nuovi modi per creare ambienti digitali più inclusivi e sicuri? Scopri il nostro gioco di carte e il manuale SOPHIE, o contatta Marco Gennaro per maggiori informazioni: marco.gennaro@cesie.org.

A proposito di SOPHIE

SOPHIE – Safe and Inclusive Online Learning in Primary Education è un progetto finanziato dal programma Erasmus+: Azione Chiave 2, Partenariato Strategico nel campo dell’educazione scolastica

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