“Il gioco è il lavoro dell’infanzia” affermò Jean Piaget, psicologo ed epistemologo svizzero, e racchiuse in una breve frase ciò che oggi viene ampiamente riconosciuto: il gioco è tanto fondamentale per l’infanzia quanto il lavoro per l’età adulta. Fondamentale per crescere, per acquisire nuove competenze, per sviluppare la propria personalità e per relazionarsi con gli altri.
Il riconoscimento del gioco come parte essenziale della vita dei bambini si riflette, tra l’altro, in trattati internazionali come la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei bambini: “Ogni bambino ha il diritto a giocare” (art. 31). “Ogni bambino” significa che veramente tutti i bambini, indipendentemente dalle loro condizioni fisiche e psicologiche, hanno questo diritto. In altre parole: l’inclusione deve essere garantita, e tutte le bambine e tutti i bambini devono avere la stessa opportunità di partecipare ad attività di gioco. Infatti, la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità richiede esplicitamente agli Stati di “garantire che i bambini con disabilità abbiano lo stesso accesso degli altri bambini alla partecipazione al gioco, alla ricreazione, al tempo libero e alle attività sportive, comprese le attività nel sistema scolastico”.
Attualmente, sebbene siano stati fatti molti sforzi per garantire un’educazione inclusiva ai bambini con disabilità, il tema dell’inclusione nei momenti di gioco non è ancora al centro dell’attenzione di molti stati membri dell’UE e delle loro politiche educative. Tali opportunità di gioco possono presentarsi durante la giornata scolastica, per esempio tra due lezioni quando gli alunni si riposano e spesso giocano insieme, oppure possono avere luogo dopo la scuola, in varie attività ricreative e sportive.
“La creazione di qualcosa di nuovo non è compiuta dall’intelletto ma dall’istinto del gioco”.
Carl Jung
Allora, cosa bisogna fare per implementare l’inclusione nel gioco?
Le organizzazioni partner del progetto PINC stanno usando le loro competenze, la loro creatività e il loro istinto del gioco per sviluppare un nuovo programma di formazione per futuri insegnanti e allenatori sportivi. Infatti, saranno poi loro i protagonisti del cambiamento ai loro futuri posti di lavoro, visto che saranno attrezzati con le conoscenze e le competenze necessarie per rimuovere le barriere al gioco in club sportivi, in associazioni e nelle scuole. I manuali teorici e pratici del progetto PINC formeranno un programma di formazione completo per studenti di Scienze dell’Educazione e dello Sport: ci saranno informazioni sui processi di inclusione nell’educazione, introduzioni nel gioco dei bambini e spiegazioni come i giochi attivi possono essere adattati concretamente e, infine, linee guida su come possono essere create comunità educative inclusive. Attraverso la formazione del progetto PINC i futuri insegnanti saranno quindi abilitati a promuovere il gioco e i giochi attivi per tutti i bambini, a prescindere dal fatto che abbiano o meno delle disabilità.
A proposito di PINC
PINC – Inclusive Playgrounds è un progetto finanziato dal programma Erasmus+, KA2 Cooperazione per l’innovazione e lo scambio di buone pratiche – Partenariati strategici per l’educazione degli adulti. Il progetto PINC si occupa del tema dell’accessibilità nel gioco dei bambini, sviluppando e pilotando un programma educativo mirato per futuri insegnanti ed educatori.
Partner
- Università di Murcia (Spagna, coordinatore)
- Artesis Plantijn Hogeschool (Belgio)
- Palacký Università di Olomouc (Repubblica Ceca)
- Fondazione ONCE (Spagna)
- Università di Palermo (Italia)
- Università di Thessaly (Grecia)
- CESIE (Italia)
Per ulteriori informazioni
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Contatta Dorothea Urban: dorothea.urban@cesie.org.