Indipendentemente dal vivere da soli o in famiglie con uno o più bambini, tutti, in una certa misura, sono costretti a trovare un equilibrio tra i propri impegni professionali, badare ai figli e le faccende domestiche. Due aspetti in particolare sono diventati chiari: da un lato, l’organizzazione e la gestione della vita lavorativa giornaliera è una grande sfida sia per gli impiegati che per le compagnie. Dall'altro lato, si è vista la necessità di un utilizzo consapevole delle strategie digitali nell'organizzazione del proprio lavoro da casa.
Il processo di digitalizzazione ha un certo impatto sulla trasformazione attuale del mondo del lavoro e su settori e professioni di oggi e del futuro. Ad esempio, le ore lavorative possono aumentare a causa della disponibilità costante. Il risultato è che molti impiegati dedicano al lavoro più di otto ore al giorno stando seduti di fronte ad un computer o utilizzando il proprio smartphone per questioni professionali. Il confine tra lavoro e tempo libero diventa sempre meno netto.
Abbiamo festeggiato il primo maggio, festa dei Lavoratori, in una modalità anacronistica. Originariamente basata sulla lotta per il limite massimo di otto ore lavorative, questa ricorrenza ha assunto un significato nuovo con il fenomeno della digitalizzazione. Perché sta avvenendo ciò?
Facciamo un passo indietro alle sue origini.
L’industrializzazione, che ha provocato una modernizzazione nello stile di vita e nella routine giornaliera in molte parti del mondo aumentando la produttività e introducendo nuovi prodotti, ha comportato anche un cambiamento drastico nella realtà lavorativa di ogni giorno. Nei tempi in cui la produzione agricola era ancora predominante, la gente viveva sulla base di ritmi dettati dalla natura attraverso l’alternanza di giorno e notte; tuttavia, con il progresso e la creazione di strutture industriali, l’orario della giornata lavorativa ha iniziato ad essere marcato dall’orologio. A metà del diciannovesimo secolo, in base all’industria e alla regione, le giornate lavorative potevano raggiungere le 16 ore (Schneider 1984). Con tale carico di lavoro, c’era ben poco tempo per lo svago. In Germania, l’élite politica, soprattutto l’imperatore Guglielmo II, temeva che i lavoratori utilizzassero il proprio tempo libero e soldi esclusivamente nei pubs (Giesecke 1983). La borghesia tedesca tentò almeno di avviare una riconciliazione di questi ceti e classi sociali (Giesecke 1983, p.29) attraverso le cosiddette “serate di intrattenimento popolare”, con lo scopo di migliorare la conoscenza dei lavoratori riguardo etica e cultura (Giesecke 1983). I circoli, soprattutto sportivi, iniziarono ad avere uno sviluppo maggiore solo all’inizio del ventesimo secolo. Prima di allora, dato che le persone erano costrette a spostarsi a causa del cambiamento di lavoro, era difficile continuare a far parte di un circolo (Giesecke 1983).
Queste condizioni lavorative provocarono l’insoddisfazione dei lavoratori nella seconda metà del diciannovesimo secolo. Il 1° Maggio 1886, circa 80.000 lavoratori (Adelman, n.d.) si riunirono in piazza Haymarket a Chicago, USA, per ottenere l’introduzione della giornata lavorativa di otto ore. Dopo due giorni di proteste, il 3 Maggio, la situazione degenerò ed una bomba venne fatta esplodere da un colpevole non identificato. Nel caos che ne seguì, la polizia iniziò a sparare sui dimostranti e altre forze dell’ordine. Tale massacro fu il pretesto utilizzato da molti governi per limitare temporaneamente i movimenti sindacali.
Tuttavia, il movimento dei lavoratori non scomparve del tutto e di conseguenza lo si dovette includere nell’agenda politica. Pertanto, il 1° Maggio 1890, il Congresso di Parigi richiese la celebrazione della “Giornata internazionale dei Lavoratori” in linea con la Federazione Americana del Lavoro, ma lasciò libero spazio alle modalità di festeggiamento: “Questi eventi sono stati alla base della decisione di proclamare l’1 maggio come il giorno internazionale da dedicare alla lotta per i diritti e alla celebrazione dei lavoratori. Ogni paese era libero di decidere se festeggiarlo con uno sciopero o protestando a fine giornata lavorativa” (Vereinte Dienstleistungsgewerkschaft, n.p.). I lavoratori che non si presentavano al lavoro durante quella giornata erano tagliati fuori, puniti o licenziati dalla propria compagnia. La questione degli scioperi rimase irrisolta ancora per molto tempo.
In Germania, la giornata lavorativa da otto ore fu infine introdotta dopo la fine dell’Impero tedesco. I sindacati erano “designati come i rappresentanti della forza lavoro” (verdi n.y., n.p.) e il primo Maggio 1919 l’Assemblea Nazionale di Weimar dichiarò quella giornata una festa pubblica.
Nonostante adesso la giornata lavorativa comprendesse 8 ore, il luogo di lavoro restava l’elemento dominante nella vita delle persone. Fino al 1950, il lavoro fu “il fulcro della vita individuale e sociale, rispetto al quale il divertimento era subordinato” (Giesecke 1983, p.86). Solo nel 1950 le persone iniziarono a considerare il lavoro da altri punti di vista. La gente guardava adesso al proprio impiego retribuito semplicemente come la propria fonte di sostentamento (Giesecke 1983). Inoltre, l’immagine della donna si è trasformata rispetto ai decenni precedenti. L’attenzione delle donne, un tempo concentrata prevalentemente sulla famiglia e la casa, è cambiata notevolmente. Adesso, è normale che le donne abbiamo diritto a lavorare, così come gli uomini, e con l’avvento della tecnologia nella vita di ogni giorno, le esigenze nella vita professionale e privata sono aumentate sempre più. Di conseguenza, si è tornati a lavorare molto più di 40 ore a settimana. Il processo di digitalizzazione e la nuova possibilità di lavorare da casa rende quasi impossibile stabilire una linea di separazione netta tra vita professionale e privata. L’orario di lavoro settimanale e i problemi di salute ad esso connessi in epoca industriale non sembrano più così irreali in alcuni ambiti professionali. La presenza regolare in ambito lavorativo e la continua disponibilità a casa influenzano la salute mentale di un numero sempre maggiore di impiegati (Collatz & Gudat 2011, p.5).
La nuova situazione professionale di molti lavoratori porta con sé altri problemi in ambito lavorativo. Lo stress causato dalle tecnologie digitali richiede adesso la capacità di stabilire un adeguato equilibrio lavoro-vita privata. La capacità di organizzare e strutturare efficacemente ed autonomamente la giornata lavorativa è adesso una competenza fondamentale.
L’espressione equilibrio vita-lavoro si riferisce all’esigenza di conciliare ambito professionale e privato, ovvero un’equa separazione tra le due aree, dedicando il giusto tempo ad entrambe: “L’equilibrio vita-lavoro implica una nuova, intelligente combinazione di lavoro e vita privata nella nostra realtà in continuo cambiamento” (Collatz & Gudat 2011, p.5). Inoltre, le compagnie sono diventate sempre più attente alle condizioni sanitarie sul posto di lavoro e stanno cercando di rispondere alle esigenze dei lavoratori tramite una maggiore adattabilità e flessibilità dell’organizzazione di orari e luoghi di lavoro (Collatz & Gudat 2011). Durante il periodo di industrializzazione, e persino molto dopo la seconda metà del ventesimo secolo, i lavoratori potevano soltanto immaginare condizioni così umane, dato che il concetto di un equilibrio vita-lavoro venne introdotto solo negli anni ’90 del Novecento.
Ma come si potrebbe e dovrebbe realizzare un equilibrio vita-lavoro alla luce del lavoro da casa introdotto dal processo di digitalizzazione, e soprattutto nel periodo così complesso ed imprevedibile che stiamo attraversando?
Diventa sempre più difficile rispettare gli orari lavorativi tradizionali, con la tipica giornata lavorativa di 8 ore del lavoro di ufficio. La giornata lavorativa ha una struttura diversa rispetto al passato; adesso, a causa della disponibilità costante, molti non resistono alla tentazione di leggere e rispondere alle email, persino fino a tarda notte.
La digitalizzazione è dunque sia una maledizione che una benedizione. Ci permette di inviare email, organizzare videochiamate o lavorare su documenti condivisi, utilizzando il laptop della compagnia dal nostro ufficio casalingo; tuttavia, è importante mantenere una giornata lavorativa ben strutturata durante questa fase, di modo da evitare di lavorare al di fuori del normale orario lavorativo e trovare del tempo per rilassarci. Un adeguato equilibrio tra vita e lavoro nel nostro ufficio domestico richiede anche essere in grado di usare e gestire i media digitali ed essere pronti a sviluppare le nostre conoscenze ed abilità. Secondo uno studio condotto dall’organizzazione tedesca “Stifterverband”, gli impiegati avranno bisogno di nuove competenze in futuro, della cosiddetta alfabetizzazione digitale, di modo da rispondere alle sfide prodotte dal mondo del lavoro 4.0 (Kirchherr et. Al 2018).
Anche l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD) si occupa della trasformazione digitale del lavoro e ha sviluppato un quadro comune europeo di riferimento per l’alfabetizzazione digitale, che evidenzia in particolare 5 aree di competenza: alfabetizzazione su informazioni e dati, comunicazione e collaborazione, creazione di contenuti digitali, sicurezza, problem-solving (Müller-Riedlhuber & Ziegler 2018).
Come preparare le generazioni future ad un uso efficiente delle tecnologie digitali, assicurando il giusto equilibrio tra vita personale e professionale?
L’introduzione del digitale nel mondo del lavoro porterà alla creazione di nuovi profili professionali e, di conseguenza, richiederà nuove competenze e abilità. Le competenze digitali sono quindi indispensabili nella vita lavorativa di tutti i giorni ed è necessario che i giovani cresciuti nell’era digitale ricevano una buona preparazione. Essendo abituati a vivere in un mondo digitalizzato, la loro capacità di usare le tecnologie dell’informazione tende ad essere data per scontato, ma ciò non sempre corrisponde alla realtà.
Le mappe interattive sviluppate dal progetto Erasmus+ Metropolis intendono fornire ai giovani uno strumento con il quale informarli sulle professioni del passato e del futuro nella loro regione e contribuire allo sviluppo delle loro competenze digitali. Quest’ultime includono capacità informatiche e di informazione, mobile learning, ed una combinazione di metodi di educazione formale e non-formale. L’analisi del patrimonio professionale e delle nuove tecnologie digitali mira ad identificare settori occupazionali ereditati dal passato o creati da zero. Il progetto Metropolis intende migliorare il legame dei giovani alle opportunità lavorative locali. Le mappe interattive mostrano ai giovani la necessità di acquisire qualificazioni e competenze digitali e possono aiutarli a scoprire le esigenze del mercato del lavoro locale.
La linea di confine tra lavoro e vita privata, che ha le sue origini nell’era dell’industrializzazione, inizia a diventare sempre più indefinita nel mondo digitale. Fin dal suo avvio, tutte le sfere della nostra vita ne sono state influenzate, ponendo nuove sfide alla realtà attuale. Incoraggiare all’uso precoce delle tecnologie digitali e promuovere le opportunità lavorative ad esso connesse potrebbero permettere una formazione migliore dei giovani verso un futuro caratterizzato dalla flessibilità di orari e luoghi di lavoro. Gli strumenti digitali possono contribuire alla pianificazione della vita di ogni giorno di modo da assicurare il giusto equilibrio vita-lavoro.
Il progetto Erasmus+ Metropolis ha l’obiettivo di promuovere un uso stimolante dei media digitali nella didattica. La tecnologia della realtà aumentata si occupa della trasformazione professionale dal punto di vista tematico e può essere in grado di sensibilizzare i lavoratori del futuro riguardo i cambiamenti della loro regione. Forse presto useranno la “Festa dei Lavoratori” per richiedere nuovi diritti in seguito ai cambiamenti introdotti dall’epidemia di Coronavirus.
Riferimenti bibliografici
- Adelman, William J., (o. J.). The Haymarket Affair. Retrieved April 24, 2020 from http://www.illinoislaborhistory.org/
- Collatz, Annelen & Gudat, Karin (2011). Work-Life-Balance, Göttingen: Hogrefe Verlag GmbH & Co. KG
- Deutscher Gewerkschaftsbund (DGB, 2011). Geburtsstunde des 1. Mai. 125 Jahre Tag der Arbeit: Das Haymarket-Massaker von Chicago, Retrieved April 24, 2020 from https://www.dgb.de/
- Giesecke, Hermann (1983). Leben nach der Arbeit. Ursprünge und Perspektiven der Freizeitpädagogik, München: Juventa-Verlag
- Kirchherr, Julian & Klier, Julia & Lehmann-Brauns & Cornels & Winde, Mathias (2018). Future Skills: Welche Kompetenzen in Deutschland fehlen, Essen: Stifterverband für die Deutsche Wissenschaft e.V., Retrieved April 24, 2020
- Müller-Riedlhuber, Heidemarie & Ziegler, Petra (2018). Digitale Kompetenzen in der arbeitsmarktorientierten Qualifizierung. Europäische Good-Practices für gering Qualifizierte im Vergleich und Schlussfolgerungen für Österreich, Wien: Arbeitsmarktservice Österreich, Abt. Arbeitsmarktforschung und Berufsinformation, Retrieved April 24, 2020 from http://www.forschungsnetzwerk.at/
- Schneider, Michael (1984). Der Kampf um die Arbeitszeitverkürzung von der Industrialisierung bis zur Gegenwart. Gewerkschaftliche Monatshefte, Jg. 35, 1984, 2, p. 77-89, Köln: Bund Verlag
- Vereinte Dienstleistungsgewerkschaft (verdi, o. J.). 1. Mai: Maifeier, Retrieved April 24, 2020 from https://www.verdi.de
Sul progetto
Metropolis – Linking Cultural Heritage to the Jobs of the Future è co-finanziato dal programma Erasmus+ (Azione Chiave 2, Partenariati strategici settore istruzione scolastica).
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