La crisi internazionale, provocata dalla diffusione della pandemia, ha portato a galla alcune debolezze e necessità della nostra società, rimaste in parte nascoste ma che adesso richiedono interventi quanto più celeri possibile. Senza dubbio, il mondo dell’istruzione è stato al centro del mirino.
Con la chiusura di scuole ed università, si è discusso a lungo sulla validità di metodi di insegnamento tradizionali e sul livello di sviluppo digitale effettivamente raggiunto. Tale processo ha evidenziato alcune lacune del sistema scolastico italiano, riguardanti non solo gli strumenti utilizzati ma anche il livello di conoscenza e comprensione di alcuni concetti fondamentali in ambito digitale.
Appare ormai certo che l’epidemia ha lasciato un segno indelebile, insieme a dubbi e quesiti in merito al futuro dei metodi di insegnamento. Mentre le autorità politiche sono impegnate in una riorganizzazione del sistema scolastico in vista di un ritorno in aula a settembre, ci si interroga sempre più sul ruolo dell’insegnante nell’ipotesi di una didattica a distanza, sulle competenze necessarie per adeguarsi a questo inaspettato cambiamento e soprattutto su come rivalutare l’uso del digitale nel mondo didattico.
Questi ed altri quesiti, discussi ulteriormente in occasione dell’ultimo meeting online del 26 marzo 2020, hanno aggiunto nuovi spunti al report europeo realizzato dai partner del progetto D3. La ricerca si è basata sull’analisi dei curricula scolastici, delle qualifiche, degli strumenti digitali e dei dati aperti utilizzati nelle scuole secondarie in Italia, Belgio, Germania, Grecia, Regno Unito, Spagna.
Inoltre, i partner hanno deciso di dedicare ulteriori studi alle misure speciali adottate nelle scuole secondarie in risposta all’epidemia attraverso alcune interviste agli insegnanti di modo da comprenderne le effettive esigenze.
Sono emersi cosi alcuni interessi e debolezze comuni nei paesi analizzati, che saranno al centro di un corso online per lo sviluppo professionale degli insegnanti, con l’obiettivo di promuovere un approccio educativo innovativo in grado di favorire la cittadinanza digitale tramite l’integrazione di tecnologie digitali e dati aperti nelle scuole. Il passo successivo sarà poi la creazione di un kit di strumenti didattici ed una galleria digitale per la raccolta di casi studio e strumenti per l’accesso ai dati aperti.
Sei un insegnante interessato a migliorare le tue conosce e competenze digitali? Credi anche tu che sia necessario accrescere il livello di digitalizzazione e l’uso di dati aperti in ambito educativo?
Per ricevere informazioni o per essere il primo/la prima a conoscere le nuove risorse che svilupperemo, contatta Simona Sglavo: simona.sglavo@cesie.org.
Sul progetto
D3 - Developing Digital Data literacy è co-finanziato da DG EAC, Erasmus+: Azione chiave- Partenariati strategici nel settore dell’istruzione scolastica.
Partner
Il progetto coinvolge 7 organizzazioni:
- EUROGEO VZW (Belgio, coordinatore),
- Sint-Lodewijkscollege (Belgio),
- EUROPEAN YOUTH PRESS NETWORK OF YOUNG MEDIA MAKERS EV (Germania),
- SYMPLEXIS (Grecia),
- The King's School Ely (Regno Unito),
- UNIVERSIDAD DE ZARAGOZA (Spagna),
- CESIE (Italia).
Per ulteriori informazioni
Leggi la scheda progetto.
Visita il sito d3.youthmetre.eu.
Contatta Simona Sglavo: simona.sglavo@cesie.org