La democrazia non può avere successo se coloro che esprimono le proprie scelte non sono preparati a farlo con oculatezza. La vera salvaguardia della democrazia è dunque l’istruzione.
Franklin Roosevelt.
Il termine idiótes deriva dal greco, ed era colui che poneva al di sopra di tutto i suoi interessi particolari, da “idios” proprio. Idiótes di per sé, stava a significare “uomo privato”, in contrapposizione all’uomo pubblico: praticamente i greci definivano idiote le persone che non avevano interesse per il bene comune ed implicitamente definivano “non idioti” chi aveva una visione e interessi più ampi, che coincideva anche con l’essere uomo politico.
L’importanza di partecipare alla vita politica è sempre stato un tema molto caro in molte civiltà del passato, ma negli ultimi anni qualcosa è cambiato: i dati dimostrano[1] che l’impegno politico delle nuove generazioni si è, infatti, configurato nell’ultimo decennio come sempre più basso e superficiale, tanto da attribuire alla nuova generazione etichette quali “generazione in crisi”, “figlia del disincanto” oppure “generazione invisibile”. Ciò favorisce, insieme ad una precarietà economica e a un incremento nella sfiducia per le istituzioni sociali e politiche[2], percepite come distanti e scarsamente interessate alle problematiche legate alla condizione giovanile. Questo fenomeno in Italia è percepito come particolarmente preoccupante, perché gran parte della politica sembra essere completamente alienata dalle nuove generazioni.
Se è vero che i giovani italiani partecipano meno al voto, è anche vero che un parte consistente mostra, comunque, interesse per la politica: secondo l’ISTAT, i giovani fino a 24 anni sono anche la fascia demografica con una maggiore partecipazione politica attiva. Infatti, il 12,8% dei giovani appartenenti a questa fascia d’età partecipa attivamente alla politica, soprattutto andando a cortei o ascoltando dibattiti politici. Ma allora, come mai si tende sempre a pensare che i giovani siano disinteressati in ogni caso? È possibile che indicatori come la percentuale di voto e di associazione a un partito politico non siano più una misura sufficientemente adeguata a studiare la partecipazione delle nuove generazioni?
Il Progetto AP8 parte dalla consapevolezza che le nuove generazioni si astengono dal votare perché non si riconoscono nella classe politica: quello che ci proponiamo di fare è creare spazi di confronto, educare i giovani cittadini alla cittadinanza attiva, alla partecipazione, alla difesa dei propri diritti. I movimenti attivisti e le proteste sono ancora canali popolari per l’espressione politica, ma ora si sono aggiunti anche gli spazi online, che vengono percepiti come occasioni uniche per raggiungere un numero più ampio di persone.
Nei prossimi mesi verranno organizzati forum online su diversi temi: cittadinanza attiva, partecipazione democratica, giovani ed Europa, combattere la disinformazione e le fake-news.
Non perdere l’occasione di partecipare ad un evento che connette giovani provenienti da diverse parti d’Europa e far sentire finalmente la tua voce!
A proposito di AP8
AP8 – Active8 & Particip8 è un progetto finanziato dal programma Erasmus+ – European Education and Culture Executive Agency (EACEA), CERV-2022-CITIZENS-CIV, Citizens’ engagement and participation strand.
Partner
- CESIE (Italia, coordinatore)
- ERASMUS STUDENT NETWORK (ESN) Dubrovnik (Croazia)
- ACTIVE CITIZENS PARTNERSHIP (Grecia)
Per ulteriori informazioni
Leggi la scheda progetto.
Contatta Martina Romano: martina.romano@cesie.org
[1] Cittadini più distanti dalla vita politica, ISTAT, https://www.istat.it/it/files/2020/06/REPORT_PARTECIPAZIONE_POLITICA.pdf
[2] La fiducia nelle istituzioni del Paese, ISTAT, https://www.istat.it/it/files/2022/05/Fiducia-cittadini-istituzioni2021.pdf