Si è appena concluso il ciclo di formazioni Oltre la violenza: educare alle relazioni sane e alla prevenzione per il progetto STOP, rivolto a VET, personale scolastico, e operatorɜ dell’assistenza sociale, che lavorano a contatto con persone minori.
STOP ha l’obiettivo di contrastare lo sfruttamento sessuale minorile nella prostituzione, concentrandosi sul ruolo chiave delle figure educative nel riconoscere e prevenire questo fenomeno. In Italia e in Europa, il tema resta ancora tabù e soffre di una grave carenza di dati concreti e aggiornati, rendendo difficile la comprensione dell’ampiezza del problema. L’uso sempre più diffuso di social media e piattaforme digitali accessibili allɜ minori ha ampliato le modalità di adescamento online, rendendo ancora più urgente formare il personale educativo e sociale. Aumentare la consapevolezza è il primo passo per prevenire e supportare efficacemente minori a rischio.
Le formazioni sono state condotte dallo psicologo Ennio Iannitto, che ha accompagnato le persone partecipanti nell’analisi delle dinamiche dell’adescamento e dello sfruttamento sessuale minorile, fornendo strumenti pratici per l’intervento e il supporto allɜ minori.
Approfondire il fenomeno per contrastarlo
Un primo ciclo di formazioni ha coinvolto 20 studenti e studentesse provenienti da corsi universitari di psicologia e servizio sociale, interessatɜ a scoprire le dinamiche che si nascondono dietro lo sfruttamento sessuale minorile. Il percorso di 8 ore ha offerto la possibilità di realizzare una formazione volta a preparare futurɜ professionistɜ che lavoreranno nel settore assistenziale minorile, dando spazio a un livello di approfondimento tale da sviluppare competenze professionali in merito.
Uno degli aspetti centrali trattati è stato l’uso della terminologia corretta, distinguendo tra abuso e sfruttamento sessuale nella prostituzione, con un focus sulla tutela dei diritti dell’infanzia. È stato inoltre esaminato il quadro giuridico nazionale ed europeo, per consentire alle persone partecipanti di orientarsi meglio tra obblighi di segnalazione e strumenti di protezione disponibili.
Per moltɜ partecipanti è stato illuminante scoprire la gravità del problema dell’under reporting: la mancanza di denunce impedisce un’analisi accurata del fenomeno e ostacola interventi efficaci. Un report del 2022 ha evidenziato che in Italia sono stati ufficialmente registrati solo 62 casi di prostituzione minorile, un numero che non riflette la realtà del fenomeno. Il percorso formativo ha incluso sessioni interattive per sviluppare competenze fondamentali, come la gestione di un colloquio con una vittima, l’ascolto attivo, la comunicazione nonviolenta e il riconoscimento dei sintomi della dissociazione traumatica. Questi strumenti sono essenziali per lɜ operatorɜ che lavorano a contatto con minori vulnerabili.
Alla fine delle sessioni, sono emerse diverse riflessioni che hanno stimolato domande importanti:
- “Sarei davvero in grado di gestire un colloquio con una vittima?”
- “Come posso affrontare il peso di una segnalazione che potrebbe cambiare per sempre la vita di un minore e della sua famiglia?”
- “Come gestisco il mio senso di impotenza e vulnerabilità?”
Questi interrogativi hanno confermato l’importanza di affrontare il tema dello sfruttamento sessuale minorile già durante la formazione universitaria, e non solo al momento dell’ingresso nel mondo del lavoro.
Un secondo ciclo di attività laboratoriali ha invece coinvolto 46 professionistɜ dell’educazione, dell’assistenza sociale e del settore scolastico. L’uso delle risorse di STOP, come l’Infografica sulla realtà della prostituzione minorile e i Moduli di sensibilizzazione per la prevenzione ha rappresentato il punto di partenza per esplorare l’entità del fenomeno, i meccanismi di sfruttamento e i ruoli degli attori coinvolti. Una delle tematiche più discusse è stata la prostituzione minorile online, o prostituzione minorile 2.0, spesso poco conosciuta dallɜ professionistɜ stessɜ. Moltɜ partecipanti hanno scoperto per la prima volta le piattaforme digitali e i social network utilizzati per l’adescamento, evidenziando un gap significativo tra il mondo adulto e quello giovanile. Il formatore ha quindi adattato le attività per approfondire le dinamiche di adescamento online e i fattori di rischio, che spingono i minori a entrare in circuiti di sfruttamento. Sono stati analizzati:
- i segnali di allarme nellɜ minori coinvoltɜ nello sfruttamento
- l’aumento della sessualizzazione nei contenuti social, con sfide virali che incentivano la condivisione di immagini e video espliciti da parte di minori
- il divario digitale tra adulti e giovani, che rende difficile il monitoraggio delle attività online dellɜ minori
- il ruolo delle famiglie, spesso inconsapevoli o prive degli strumenti per riconoscere i pericoli
La discussione ha fatto emergere la necessità urgente di educazione digitale e affettiva a tutti i livelli, sia per i giovani che per gli adulti di riferimento, come genitori, insegnanti e assistenti sociali.
Costruire una rete di prevenzione e supporto
Il ciclo di formazioni ha evidenziato quanto sia fondamentale un approccio multidisciplinare per contrastare lo sfruttamento sessuale minorile nella prostituzione. Il divario di conoscenze tra giovani e adulti, la mancanza di educazione digitale e sessuale e il problema dell’under reporting rappresentano ostacoli concreti alla prevenzione e all’intervento tempestivo.
Le figure educative e sociali giocano un ruolo chiave nell’identificazione e nel supporto delle vittime, ma per farlo efficacemente è necessario:
- potenziare la formazione continua su questi temi;
- sviluppare programmi di educazione digitale e affettiva per minori e adulti;
- promuovere la collaborazione tra scuole, servizi sociali e istituzioni;
- diffondere strumenti e risorse per il riconoscimento precoce dei segnali di sfruttamento;
- l’impegno nella prevenzione deve essere collettivo e strutturato, affinché nessun minore rimanga invisibile.
Ti interessa il tema e vuoi approfondirlo?
Guarda le interviste esclusive con il formatore Ennio Iannitto e il personale dell’Istituto Euromadonie, che condividono esperienze, strategie e strumenti utili per chi lavora a contatto con minori.
Scopri le risorse del progetto STOP e unisciti al cambiamento.
A proposito di STOP
STOP è un progetto finanziato dal programma Erasmus+ Cooperation partnerships in vocational education and training della Commissione Europea. Il progetto ha l’obiettivo di formare e sensibilizzare professionistɜ ed educatorɜ sociali per combattere e proteggere lɜ minori dallo sfruttamento sessuale nella prostituzione.
Partner
● Pistes Solidaires (Coordinatore, Francia)
● UPV-EHU (Spagna)
● CESIE ETS (Italia)
● FOUR ELEMENTS (Grecia)
● MEITIS (Francia)
Per ulteriori informazioni
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Contatta Cinzia Broccolo: cinzia.broccolo@cesie.org.