In che modo si può promuovere la partecipazione inclusiva e l’uguaglianza di genere nei processi decisionali politici? FEM-ABLE è un’iniziativa volta a incentivare la partecipazione inclusiva nei processi decisionali politici, sostenendo strategie a livello nazionale ed europeo che promuovono l’uguaglianza di genere. Attraverso eventi, workshop e campagne di sensibilizzazione, FEM-ABLE intende creare un contesto in cui tutte le persone, indipendentemente dal genere, possano contribuire attivamente alla vita politica e sociale.
Mercoledì scorso, presso l’Università degli Studi di Palermo, si è svolto il terzo evento del progetto. L’incontro si è aperto con la presentazione della Strategia nazionale per l’uguaglianza dei generi, sviluppata per affrontare le principali sfide legate alla partecipazione e alla rappresentanza politica in Italia. Durante l’evento, sono state illustrate le priorità identificate e presentati esempi di azioni concrete, tra cui workshop di sensibilizzazione rivolti allɜ giovanɜ, come quello che ha animato l’incontro stesso.
Il personale è politico: le parole e il percorso di Giovanna Fiume
La storica e docente Giovanna Fiume ha poi preso parola, raccontando i suoi primi passi nella militanza femminista e la sua esperienza nei gruppi di autoconsapevolezza femminista degli anni ’60 e ’70. Questi gruppi rappresentavano spazi sicuri in cui le donne potevano confrontarsi, riflettere sulle proprie esperienze personali e riconoscere come queste fossero influenzate dalle strutture sociali e politiche patriarcali. L’obiettivo era quello di prendere coscienza del proprio ruolo nella società e nelle relazioni di potere, creando una connessione tra il vissuto individuale e la lotta collettiva per i diritti delle donne.
Una delle frasi centrali del suo intervento è stata “Il personale è politico”, un concetto cardine del femminismo che mette in luce come le questioni apparentemente private, come le relazioni, la sessualità, il lavoro domestico e la maternità, siano profondamente influenzate dalle dinamiche di potere politico e sociale. Fiume ha spiegato che, per le donne, queste esperienze personali non sono isolate né apolitiche, ma sono strettamente legate a sistemi di oppressione più ampi. Riconoscere questa interconnessione ha rappresentato una rivoluzione nel modo di fare politica, spingendo le donne a trasformare le esperienze individuali in azioni politiche concrete.
Fiume ha inoltre espresso la sua preferenza per l’attivismo dal basso, sottolineando il ruolo dei movimenti collettivi e delle manifestazioni di piazza, che per lei hanno sempre rappresentato il vero motore del cambiamento politico, più delle istituzioni formali.
Ha concluso il suo intervento toccando le sfide attuali, riflettendo sul Global Gender Gap Report 2024, che prevede ci vorranno ancora 134 anni per raggiungere la piena parità di genere a livello globale. Con una nota provocatoria e sarcastica, ha esclamato: “Ma chi se lo accolla 130 anni per arrivare alla vera parità?”.
Panoramica storica, momenti chiave in Italia
Abbiamo poi dedicato un breve momento di riflessione ad alcuni eventi chiave che hanno segnato svolte decisive nella storia italiana. Tra questi, il movimento femminista degli anni ’70, che ha posto le basi per importanti conquiste, come la Legge 194 del 1978 sull’aborto. Il primo Pride a Roma nel 1994 ha segnato un passo cruciale per i diritti LGBTQIA+, mentre l’introduzione delle quote di genere con la Legge 165/2004 ha promosso una maggiore rappresentanza femminile nelle istituzioni politiche. Infine, il Movimento “Non Una di Meno”, nato nel 2016, continua a lottare contro la violenza di genere e le disuguaglianze strutturali.
Un esperimento di dibattito partecipativo simulare la politica con una mozione sulle quote di genere
Per concludere, abbiamo coinvolto lɜ partecipanti in un dibattito interattivo sulla mozione “Dovrebbero essere introdotte quote di genere obbligatorie in tutte le istituzioni politiche italiane?”
L’esercizio ha offerto un’occasione unica per esplorare le complessità di una questione centrale nel dibattito pubblico, mettendo tuttɜ alla prova in un format che ha stimolato la riflessione critica.
Lɜ partecipanti sono statɜ suddivisɜ in due gruppi: uno a favore e l’altro contrario alla mozione. Tuttavia, la particolarità dell’esercizio stava nel fatto che i ruoli pro e contro fossero stati assegnati arbitrariamente, costringendo ciascun partecipante a immedesimarsi in una posizione che forse non condivideva pienamente.
Questo esercizio ha permesso allɜ partecipanti di ragionare in modo strategico e articolare al meglio le proprie argomentazioni, rispettando tempi e modalità strutturate, simulando una vera discussione parlamentare.
Il risultato è stato un dibattito ricco di spunti di riflessione, che ha messo in luce la complessità del tema e le sfide che il sistema delle quote di genere comporta. Questo esperimento di dibattito ha dimostrato non solo la validità del tema in questione, ma anche quanto sia necessario continuare a confrontarsi su argomenti cruciali come l’uguaglianza dei generi nelle istituzioni. E tu, che ne pensi delle quote di genere?
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A proposito di FEM-ABLE
FEM-ABLE – Promoting women’s participation in the political domain è un progetto finanziato dal programma CERV (Citizens, Equality, Rights and Value), che intende promuovere la partecipazione di tutte le persone nei processi decisionali politici, con lo sviluppo e la messa in opera di strategie nazionali ed europee per l’uguaglianza di genere.
Partner
- COFAC – Lusófona University (Portogallo, coordinatore)
- Social Innovation Fund (SIF) (Lituania)
- Woman do business (Grecia)
- CESIE ETS (Italia)
- La Xixa Teatre Association (Spagna)
- Centre for Social Innovation (CSI) (Cipro)
- UMEA University (Svezia)
Per ulteriori informazioni
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Contatta Nuria Casablanca: nuria.casablanca@cesie.org.