La ragione principale rispetto alla mia decisione di fare lo SVE, era dovuta principalmente al fatto che non so cosa voglio fare “da grande”. A 18 anni, dopo che hai passato tutta la tua vita a scuola, è veramente difficile decidere cosa vuoi fare per il resto della vita. Specialmente per me, poiché sono interessata a molte cose, ma non abbastanza da impegnarmi in una sola. Ho pianificato di iniziare il mio volontariato prima di cominciare l’università, ma non ho potuto trovare in tempo un progetto, così ho iniziato il mio primo semestre. Ho passato molto tempo a cercare un progetto ideale e ho spedito molte application per le quali ho ricevuto risposte negative, se le ricevevo. Poi per caso ho trovato la call per il progetto Youth Mode solo pochi giorni prima la sua scadenza e ho pensato: “che diavolo, tanto vale farne richiesta”. Ovviamente, dopo i colloqui con l’organizzazione di invio e con quella ospitante, sono stata selezionata, ecco perché ora sto scrivendo questo articolo.
Il mio arrivo a Palermo è stato un po’ come un salto nel vuoto. Le mie prime impressioni sono state travolgenti. La naturale bellezza dell’isola ti lascia a bocca aperta quando sei ancora sull’aereo e quando arrivi in città, vieni subito catturato dal suo ritmo. La vita dei volontari qui è in costante movimento. La prima sera i volontari in partenza hanno organizzato una grande cena nel nostro appartamento. La casa era piena di persone. Dopo una giornata di viaggio è stato certamente un po’ stressante, ma allo stesso tempo affascinante. Ricordo com’ero confusa perché attorno a me tutti parlavano Italiano, Inglese, Francese e Spagnolo. Ora queste situazioni sono diventate usuali durante i miei weekend. Abbiamo creato una bella comunità che è in continuo cambiamento. Nuove persone arrivano per nuovi progetti, altri partono, perché i loro progetti sono finiti e altri ancora ritornano non più come volontari ma per visitare Palermo o per provare a vivere qui.
Per me essere un volontario è come indossare una cintura di sicurezza poiché ti protegge, ma ti dà, allo stesso tempo, il tuo spazio per muoverti. Palermo è una città accogliente e ti offre svariate opportunità; puoi trovare tutto ciò di cui hai bisogno e anche di più. Puoi esplorarla, sapendo però che sei protetto. Hai dei mentori che ti aiutano, ti supportano, ti guidano e poi ci sono i tuoi compagni SVE. È vero che veniamo da paesi con diversi background, abbiamo caratteri diversi, e siamo a diversi stadi della nostra vita, ma alla fine tutte queste diversità ti fanno realizzare come in realtà siamo molti simili tra di noi. Siamo tutti fuori di testa ma solo in modi differenti, ci piace definirci così. Lo SVE non ti da solo la possibilità di godere di tutto questo ma anche di avere i mezzi per farlo. Abbiamo un bel posto dove vivere e un pocket money che ci consente di essere autonomi. Ma è importante non spendere tutto in città, e risparmiare qualcosa per visitare altri posti favolosi della Sicilia e dell’Italia. Il limitato ammontare del pocket money ti insegna a come ottenere il meglio spendendo il minimo possibile.
Il modo più importante con cui questa cintura di sicurezza ci protegge, è il fatto di non farci disorientare da tutte queste nuove esperienze. Ci da propositi e direzione. In quanto volontari possiamo partecipare a corsi di formazione e di lingua e a vari workshop che non solo ci insegnano competenze utili per il futuro, ma ci consentono anche di conoscere persone nuove provenienti da tutte le parti del mondo. Lavorando in centri locali, ci viene data l’opportunità di essere qualcosa in più di semplici turisti o di studenti che partecipano ad uno scambio. In questo modo è possibile conoscere realmente la cultura locale e di diventare parte di essa. Non è ovviamente facile, ma ne vale la pena. Ti cambia l’intera prospettiva della vita. Ti fa rivalutare tutto ciò che hai e tutto quello che pensi sia importante. Lavorando, invece, con i bambini immigrati, è possibile connettersi alle loro diverse realtà, ciò significa che non si impara solo a conoscere la cultura siciliana ma anche quella africana e asiatica, e si impara, inoltre, a scoprire l’ingenuità e l’onestà di essere bambini. Questi ultimi ti mostrano tutta la loro gratitudine per l’amore che gli dai e ti insegnano che un semplice sorriso, un abbraccio o una parola dolce sono qualche volta il più grande regalo che puoi donare a qualcuno.
Quindi, il problema non è quanti piani si hanno per il futuro, ma quando si fa lo SVE con mente aperta, si può avere l’opportunità di comprendere meglio cosa si vuole. Si può comprendere che tutti quei valori tradizionali che la scuola ti ha insegnato non sono poi realmente importanti. Non si può formare un’opinione sul mondo o essere parte di questo se si è sempre rimasti nello stesso posto, non si può scegliere cosa fare della propria vita a 18 anni e se si sono fatte delle scelte si è in tempo di cambiarle in qualsiasi momento. Puoi fare errori, sicuramente si faranno, ma non è un problema, è solo una nuova occasione per imparare. E solo quando finalmente raggiungi un obiettivo per cui hai lottato, lo si può comprendere. Probabilmente non percorrerai la strada che avevi progettato, magari seguirai una strada che neanche avevi pensato di percorrere, ma arriverai sicuramente al tuo obiettivo finale.