La cosa più difficile è stata scegliere di partire. Da lì in poi, una volta sull’aereo, è cominciata un’avventura fantastica che non scorderò mai.
Ricordo che all’inizio stavo addirittura rinunciando a mandare la mia candidatura al CESIE. Avevo paura di non essere all’altezza, non ero mai stato così lontano da casa e soprattutto non avevo mai lavorato con delle persone non vedenti. In realtà, quando ti ritrovi a dover affrontare le situazioni, scopri di avere delle risorse di cui neanche sospettavi l’esistenza.
All’aeroporto sono venuti a prendermi Lam, direttore di Vietnam and Friends e Huong, coordinatrice, sempre pronti a darmi una mano. Mi hanno portato alla casa del volontario, una dimora su tre piani nello stile locale, che condividevo con gli altri volontari internazionali del progetto, ragazzi e ragazze di diverse nazionalità (francesi, tedeschi, italiani e anche una brasiliana). Loro sono stati i miei principali compagni di viaggio, con cui ho condiviso le giornate di lavoro e anche i momenti di svago.
La nostra missione consisteva nell’insegnare l’inglese agli studenti non vedenti, tra gli 8 e i 16 anni, di un istituto scolastico ad Hanoi. Al contrario di quanto si possa pensare, questi ragazzi sono vivaci, intelligenti, fanno domande e sono curiosi. Mi sono affezionato molto a loro e penso di avere imparato anch’io molto dalla loro grande capacità di superare gli ostacoli che la loro disabilità a volte comporta. Ho fatto amicizia con i volontari locali dell’associazione, tutti ragazzi molto giovani e alla mano. In generale tutto il popolo vietnamita è molto gentile con gli occidentali, sono affascinati dalla nostra cultura e hanno una mentalità molto aperta.
E poi c’è Hanoi, una città enorme, caotica, inquinata e dove trovi di tutto, qualunque siano i tuoi interessi. Dopo aver imparato ad attraversare la strada e a schivare i motorini, ti puoi divertire a provare uno dei tanti piatti tipici della cucina asiatica, completamente diversi dai nostri e tutti buonissimi, oppure uscire la sera per le vie del centro, sempre pieni gente e di turisti, e di negozietti di ogni tipo.
Conoscere una cultura asiatica così diversa dalla mia mi ha aperto la mente, ho capito tante cose su me stesso, ho allenato le mie aspettative e stuzzicato la mia fantasia. Mi sono divertito e allo stesso tempo ho conosciuto delle persone fantastiche!
Marco, Volontario SVE nell’ambito del progetto Erasmus+ “2IQM”
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