Il rapporto tra violenza e genere: un’analisi sull’intersezionalità e la legislazione

giovedì 29 Febbraio 2024

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La violenza di genere è un fenomeno sociale che colpisce persone di ogni contesto sociale, culturale ed ambientale. In questo articolo ne esploreremo la complessità adottando un approccio intersezionale. L’intersezionalità è un approccio teorico e metodologico che considera le interconnessioni e le intersezioni tra diverse forme di oppressione, discriminazione e privilegio.

Applicare l’intersezionalità in ogni spazio di riflessione e di confronto e di esperienza di vita vissuta è importante perché aiuta a evitare di ridurre le esistenze delle persone a una sola dimensione, riconoscendone la complessità e promuovendo uno sguardo e un accompagnamento più inclusivo e contestuale alla comprensione delle questioni socio-ambientali e culturali.

Analizzando l’intersezionalità: incrocio e somma delle discriminazioni multiple

Raffrontarsi con il complesso quadro del fenomeno della violenza di genere nell’ambito particolare delle migrazioni significa lavorare in un contesto di potenziale discriminazione multipla, in cui diversi fattori di possibile discriminazione vanno ad intersecarsi e spesso a sommarsi.

Quasi sempre si incrociano l’elemento della nazionalità e quello del genere (oltre a quello della religione, della disabilità, della classe sociale…). Il termine intersezionalità può essere parafrasato con la più ampia definizione di «discriminazione multipla intersezionale», che definisce la stessa come l’interazione contemporanea di elementi discriminatori, in cui la discriminazione avviene proprio in ragione della simultanea fusione tra i due (o più) fattori, in modo tale che non sia possibile più distinguerli e separarli.

Il supporto alle persone colpite dalla violenza di genere: l’intersezionalità come approccio necessario

Appare cruciale riconoscere come la pretesa di catalogare le persone nelle diverse identità sociali (ad esempio donna, trasgender, velata, nera, sorda, ecc.) finisca per opprimerle e banalizzarne la capacità di azione.

Senza considerare l’intersezionalità delle discriminazioni vissute, infatti, si corre il rischio di agire assegnando alla persona l’etichetta di “beneficiaria”, adottando di volta in volta uno specifico focus che si appiattisce sul singolo elemento di vulnerabilità, scelto come prioritario dallo sguardo dellз professionistз ingaggiatз.

Un supporto disgregato, che non riconosce il rischio esponenziale a cui alcuni individui potrebbero essere esposti a causa della convergenza di più fattori discriminanti, potrebbe essere controproducente all’intervento di supporto stesso e minare l’efficacia della presa in carico, oltre che ignorare le risorse e le esigenze proprie della persona.

Ad esempio, essere una donna migrante appartenente alla comunità LGBTQIA+ può significare vivere una complessità di sfide legate alla propria  identità di genere, al proprio orientamento sessuale e al proprio status migratorio.

Le donne appartenenti alla comunità LGBTQIA+ migranti spesso affrontano discriminazioni multiple, dovute alla misoginia, all’omofobia e alla xenofobia. Questo complesso intreccio di discriminazioni può renderle più soggette a situazioni di  violenza di genere. La mancanza di consapevolezza e comprensione di queste dinamiche specifiche può ostacolare la prevenzione e una risposta adeguata e tempestiva a situazioni di abuso.

Affrontare la violenza di genere richiede un quadro legislativo solido. Purtroppo, nell’assetto normativo e socio-assistenziale attuale non c’è una visione complessiva del fenomeno. Talvolta si creano situazioni paradossali, come il fatto che gran parte del diritto che si applica ai permessi di soggiorno destinati alle donne è strettamente connesso ad una relazione di coppia (permesso per motivi familiari) o a requisiti di stabilità socio-economica.

Spesso, la legislazione esistente non tiene pienamente conto delle diverse sfaccettature dell’intersezionalità creando situazioni alle volte paradossali. La mancanza di specificità nella legislazione può tradursi in una sottostima della gravità delle esperienze e nella mancanza di risposte mirate.

Ancora troppo comuni sono le prassi di risposta alla denuncia della violenza che generano ri-vittimizzazione, e/o non comprendono situazioni di violenza attiva/subita che per la loro complessità, data dall’intersezionalità del fenomeno, non riescono a definirsi nella fattispecie penale prevista.  

Dunque, seppur le segnalazioni di violenza, tra cui le querele dei comportamenti abusanti, assumano un ruolo cruciale nella lotta contro il fenomeno, la mancanza di professionalità sensibili al tema e l’assenza di mediazione linguistica e culturale formata all’interno dei servizi di supporto sono evidenti ostacoli all’accesso al sistema di giustizia.

Il rapporto tra violenza di genere, intersezionalità e legislazione richiede una riflessione approfondita e un impegno concreto al fine di realizzare degli ambienti sicuri e inclusivi per tutte le donne. Solo attraverso una comprensione completa delle diverse dimensioni della violenza di genere e l’implementazione di politiche che rispondano alle esigenze specifiche delle comunità più vulnerabili possiamo sperare di porre fine a questa ingiustizia diffusa.

Attraverso l’esperienza di “T-ESSERE PONTI”, programma portato avanti all’interno del progetto COMMUNITY LINKAGE, il discorso sul tema dell’intersezionalità è diventato centrale nell’intraprendere i percorsi di supporto che permettano l’identificazione precoce, la prevenzione e il contrasto della violenza di genere.

Nel prossimo periodo verranno organizzate diverse “Azioni PONTE“, all’interno di un programma di approfondimento e confronto rivolto allз professionistз, con uno specifico focus sulla violenza di genere, al fine di condividere conoscenze e strumenti utili a comprendere la complessità del fenomeno, sviluppando insieme strategie più efficaci nel supporto alle donne straniere colpite dalla violenza di genere.

Se vuoi conoscere le prossime azioni del progetto scrivi una mail a tessereponti@cesie.org o seguici su Instagram.

A proposito di COMMUNITY LINKAGE

COMMUNITY LINKAGE – Improving gender-based violence service provision through the empowerment of migrant women as community-based mentors, trainers and agents of change è un progetto finanziato da DG Justice – Programma CERV (2021-2027) della Commissione Europea.

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Contatta Georgia Chondrou: georgia.chondrou@cesie.org.

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