A cosa pensiamo quando parliamo di giustizia sociale? In pochi riflettono sul clima, sul cambiamento climatico e sulla giustizia climatica. La proiezione del docufilm Sh’hili (Scirocco), tenutasi il 21 ottobre al cinema Rouge et Noir di Palermo, ha offerto invece un’importante occasione di riflessione proprio su questo legame.
Il regista Habib Ayeb, ospite d’onore dell’evento, ha introdotto il suo lavoro all’interno di un ciclo di incontri legati a YxP. Questi incontri vogliono stimolare il dibattito all’interno della comunità sulla giustizia sociale, analizzando in maniera collettiva e partecipata concetti chiave quali educazione alla pace, giustizia climatica, accesso ai diritti. Il documentario, girato tra Francia, Italia, Tunisia e Marocco, raccoglie le voci di contadinɜ, agricoltorɜ ed espertɜ, delineando un quadro dalle molteplici sfaccettature sul cambiamento climatico e sull’impatto che esso ha non solo sulle loro vite, ma anche su quelle di ciascuno di noi. Tali testimonianze sono state utili a rievocare un senso di vicinanza e quindi presa di coscienza concreta della crisi climatica (e sociale) che stiamo attraversando.
Successivamente alla proiezione si è svolta una tavola rotonda con Ayeb e lɜ rappresentanti della cooperativa agricola Valdibella, della Cooperativa Noe, della Scuola di Agroecologia e di Climavore. La discussione ha subito messo in luce il legame tra crisi climatica ed impegno sociale, etichettando poi il cambiamento climatico come un vero e proprio crimine globale. Si è in seguito approfondito il concetto di “resistenza climatica”, descritto come un approccio partecipativo ed inclusivo, che non si limita a difendersi dai rischi, ma punta a trasformare ed innovare il sistema, orientandosi verso un futuro più sostenibile. Agroecologia, arboricoltura, il recupero dei semi antichi e l’aridocultura sono soltanto alcune delle tecniche raccontateci. In chiusura, una domanda dal pubblico ci ha permesso di riflettere sulla cooperazione tra Stati, movimenti e popoli in materia di giustizia sociale. «Se esistesse un internazionalismo – ha detto Ayeb – non assisteremmo alle violazioni dei diritti in Palestina e in Libano». YxP continuerà ad approfondire queste tematiche, provando ad aprire nuove strade di riflessione collettiva ed esplorando soluzioni per un futuro più giusto.
Per saperne di più sul progetto contatta Antonina Albanese: antonina.albanese@cesie.org.
A proposito di YxP
YxP – Youth for Peace in the Mediterranean Sea è un progetto finanziato da Erasmus+, KA2 Capacity Building in the field of Youth.
Partner
- Association Initiativa Internacional Joven (Spagna, coordinatore)
- Foro Para La Paz en El Mediterraneo (Spagna)
- Institut Méditerranéen de Formation, Recherche, Et Intervention Sociale (Francia)
- CESIE ETS (Italia)
- Association Solidarité, échange et developpement Ased (Tunisia)
- Jovesolides Egypt (Egitto)
- HR180 Business Solutions (Giordania)
- Youth Development Organization (Libano)
- Forum de la Modernité et de la Démocratie (Marocco)
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Contatta Antonina Albanese: antonina.albanese@cesie.org.