Oltre le “battute”: affrontare l’odio di genere online

lunedì 27 Ottobre 2025

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“È solo uno scherzo.” In tutta Europa, gran parte dell’odio di genere online si nasconde dietro parole apparentemente innocue, camuffate da ironia, tradizione o fede.

Secondo l’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere (EIGE), il 13% delle donne nell’UE ha subito episodi di molestie online; tra le giovani tra i 16 e i 29 anni, la percentuale sale al 25%.

Questi numeri raccontano un fenomeno diffuso: un linguaggio che ferisce e marginalizza, un tentativo costante di zittire e ridicolizzare donne e persone LGBTQAI+.

Nuove ricerche rivelano la portata del fenomeno

Con il progetto CHASE abbiamo dimostrato che, nonostante le differenze tra i vari ordinamenti giuridici, in pochi Paesi esistono leggi che tutelano in modo esplicito dalle forme di discorso d’odio misogino o transfobico. Molti commenti offensivi o discriminatori non rientrano dunque nella definizione legale di “hate speech” e rimangono impuniti.

L’analisi del quadro giuridico condotta da CHASE evidenzia come il discorso d’odio sia spesso considerato un fenomeno più “astratto” rispetto ad altri reati informatici, e per questo riceva meno attenzione e venga trattato con maggiore tolleranza rispetto, ad esempio, ai contenuti estremisti o terroristici.

Nella vita quotidiana, l’odio online è spesso sottile ma non per questo meno dannoso: l’oggettificazione delle donne, le battute sessiste, le offese alle identità transgender o le opinioni su ciò che è “normale” o “accettabile” – spesso giustificate da tradizioni o convinzioni religiose – sono esempi comuni.

Il rapporto CHASE sui modelli di hate speech nelle piattaforme online documenta casi in cui le donne vengono ridotte a oggetti di desiderio o in cui la gravità della violenza sessuale viene minimizzata. Anche quando questi commenti non violano la legge, contribuiscono a creare un ambiente digitale ostile, che rafforza stereotipi e giustifica la discriminazione. Questa forma di “odio soft” rappresenta una zona grigia: contenuti che non sono perseguibili penalmente, ma che alimentano intolleranza ed esclusione.

Il rapporto di analisi dei bisogni di CHASE sottolinea la necessità di investire in educazione e sensibilizzazione per promuovere l’uguaglianza di genere e il rispetto di tutte le identità. Richiama inoltre l’urgenza di rafforzare i quadri normativi e rendere le piattaforme digitali più responsabili nel rilevare e rimuovere i contenuti d’odio, oltre a sviluppare strumenti innovativi per prevenire comportamenti abusivi online.

Strumenti digitali e formazioni specializzate che si inseriscono nelle nuove priorità europee

In funzione degli studi condotti, stiamo testando uno strumento digitale sviluppato insieme a chi lavora come professionista dei media o giornalista, capace di individuare in tempo reale commenti misogini e transfobici. L’obiettivo non è solo tecnologico: creare un ambiente digitale dove giornalisti, cittadini e istituzioni collaborino per rendere l’uguaglianza una pratica quotidiana anche online.

Le azioni che stiamo mettendo in campo sono in linea con il rinnovato impegno europeo per l’uguaglianza e l’inclusione. La Commissione Europea ha appena adottato la nuova Strategia per l’Uguaglianza LGBTIQ+ 2026–2030, che apre una nuova fase negli sforzi dell’Unione per costruire una società in cui la diversità sia riconosciuta come una ricchezza comune, e in cui ogni persona possa vivere libera da discriminazioni, esclusione e violenza. 

La strategia prevede il rafforzamento della protezione delle persone LGBTIQ+ da reati d’odio e pratiche dannose, il sostegno agli organismi per l’uguaglianza e alla società civile, e l’integrazione dei principi di uguaglianza in tutte le politiche europee.

In questo contesto, CHASE contribuisce attivamente a questi obiettivi, promuovendo spazi digitali più sicuri, incoraggiando pratiche di comunicazione responsabili e sostenendo le comunità nel contrasto ai discorsi d’odio in tutte le loro forme. 

Stiamo organizzando un corso di formazione gratuito rivolto a chi esercita la professione giornalistica, opera nel settore dei media e nella comunicazione. Il percorso Stop Hate & Change, che si svolgerà in tre sessioni online il 4, 6 e 11 novembre 2025, sarà condotto da Debora Barletta, formatrice internazionale, Co-Coordinatrice della Rete Nazionale per il Contrasto ai Discorsi e Fenomeni d’Odio, Coordinatrice Nazionale del No Hate Speech Movement Italia e Vicepresidente di APICE.

Attraverso esempi pratici e strumenti operativi, la formazione offrirà ai partecipanti competenze per riconoscere e contrastare l’odio di genere online, contribuendo alla costruzione di narrazioni mediatiche più inclusive e rispettose. Iscriviti alla formazione!

A proposito di CHASE

CHASE – Combatting online Hate Speech by engaging online mEdia è un progetto europeo finanziato dal programma CERV della Commissione Europea.

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Per maggiori informazioni

Leggi la scheda progetto. Contatta Luciano Cortese: luciano.cortese@cesie.org.

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