Riconoscere e sostenere lз caregiver: colmare le disparità di genere nel lavoro di cura per un sistema più equo e giusto

giovedì 5 Giugno 2025

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Chi si prende cura di chi cura? 

È una domanda che tocca il cuore delle nostre società, soprattutto in un’Europa che invecchia e dove il lavoro di cura – spesso invisibile – grava ancora in larga parte sulle donne. In Italia, l’assistenza informale a lungo termine – spesso familiare e non retribuita – è una barriera silenziosa ma potente non solo all’ingresso e permanenza delle donne nel mondo del lavoro ma anche al loro benessere emotivo e psicologico. Il risultato? Carriere interrotte, salari più bassi, pensioni ridotte, un senso di isolamento e stanchezza crescente e sogni messi in pausa.

Care-Divide progetto europeo attivo in Italia, Romania, Grecia, Spagna e Cipro – affronta questa sfida promuovendo un cambiamento culturale e strutturale attorno al tema della cura. Attraverso ricerca, formazione e sensibilizzazione, il progetto si propone di abbattere gli stereotipi di genere – che ancora oggi influenzano la distribuzione del lavoro di cura – e migliorare la qualità della vita dellз caregiver, promuovendo politiche aziendali più inclusive e attente alle esigenze di chi si prende cura.

A marzo è iniziata la fase di ricerca – sia documentale che sul campo – con una mappatura del fenomeno, attraverso la raccolta di dati, esperienze e testimonianze di caregiver, lavoratricз e datorз di lavoro. 

Per approfondire la realtà locale, CESIE ETS e Confesercenti Palermo hanno organizzato due incontri distinti, coinvolgendo da un lato datorз di lavoro e dall’altro caregiver.

Il primo incontro

Il primo incontro – svoltosi a marzo con la partecipazione di 10 datorз di lavoro – ha evidenziato le difficoltà che le aziende incontrano nel soddisfare le necessità di dipendenti con responsabilità di cura: la mancanza di strumenti normativi e l’assenza di linee guida chiare portano spesso a soluzioni informali, se non discriminatorie. È emersa anche la necessità di maggiore formazione e di strumenti concreti come il Family Audit, ancora poco conosciuto ma ricco di potenziale.

Incontro con datorз di lavoro, tenutosi lo scorso 7 marzo 2025 presso la sede di Confesercenti Palermo

Il secondo incontro

Il secondo incontro – tenutosi ad aprile con 10 caregiver informali – è stato organizzato in collaborazione con La Grande Famiglia, un’organizzazione di volontari che offre attività di supporto a pazienti con Alzheimer e allɜ loro familiari. L’incontro ha fatto emergere un carico emotivo profondo, aggravato da un sistema sanitario percepito come inefficiente, in particolare nel Sud Italia. I servizi – quando presenti – sono frammentati e instabili. Manca un riconoscimento legale del ruolo, così come il supporto psicologico e reti comunitarie solide.  

Dalla discussione è emerso come la cura venga vissuta come esperienza ambivalente: fonte di amore e significato, ma anche di solitudine e frustrazione. Si è riflettuto anche sui ruoli di genere: alcuni uomini hanno riconosciuto di essersi avvicinati alla cura solo dopo la malattia della partner, riconoscendola come una competenza comune e non come incombenza esclusivamente femminile.

Il percorso Care-Divide prosegue ora con la stesura del rapporto Mapping the Gap. Questo documento offrirà una panoramica transnazionale delle attività di ricerca condotte in tutti i paesi partner. Esso fornirà anche uno sguardo completo sui dati bibliografici che illustrano la situazione a livello locale e nazionale e le percezioni di datorз e caregiver. Il rapporto presenterà anche delle buone pratiche utili a orientare future raccomandazioni. In una fase successiva – e prendendo spunto dai risultati della ricerca – verrà lanciato un toolkit formativo, pensato per aiutare le aziende a tradurre gli insight raccolti in pratiche concrete. 

A proposito di CARE-DIVIDE

Care-Divide è finanziato dal programma CERV (Citizens, Equality, Rights and Value), che intende affrontare il divario di genere nell’assistenza informale a lungo termine, in particolare nella cura delle persone anziane, supportando chi fornisce assistenza, e promuovendo l’uguaglianza di genere nel lavoro e nella cura attraverso la collaborazione tra datorɜ di lavoro, figure politiche, media e società civile.

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