Sono sempre stata una persona indecisa, quindi dopo il liceo non sapevo cosa fare. Da un lato potevo andare all’università, proprio come facevano tutti i miei amici, ma dall’altro avevo sempre avuto il pensiero di fare qualcosa di inaspettato, di vivere un’avventura senza eguali. Mentre pensavo alla decisione da prendere, qualcuno mi ha menzionato casualmente l’ESC. Un programma che offre opportunità di volontariato, la possibilità di vivere all’estero, imparare nuove lingue, ampliare i propri orizzonti. Sembrava la soluzione perfetta. In realtà, solo per curiosità, mi sono registrata, ho trovato un’opportunità di volontariato a lungo termine presso il CESIE, ho scritto una lettera di candidatura e ho sostenuto un video colloquio.
Prima che me ne rendessi conto, stavo salendo su un aereo da Katowice a Palermo.
Riflettendo sulla mia esperienza, è quasi impossibile scrivere un articolo approfondito sul progetto, con tutte le sue sfaccettature. Perché come si possono raccontare tutte le emozioni di una ragazza polacca di 18 anni che trascorre 8 mesi in un paese straniero, lontana da tutto ciò che le è familiare?
È un po’ folle pensarci adesso.
Perché ovviamente c’erano dei lati negativi. Palermo per me non è stata solo un luogo magico di vacanza, ma un luogo di lavoro quotidiano, spesso molto impegnativo. I problemi con la comunicazione: cercare di parlare in italiano, anche se all’inizio sapevo solo dire “pizza” e “ciao”. Trovare il mio spazio in un nuovo ambiente, lontana dai miei cari. Vivere con altri 7 coinquilini. Vedere non solo i lati positivi della città, ma anche cose che necessitano di molti miglioramenti.
Tuttavia, nonostante tutte le sue difficoltà, sono felice che la Wisia di un anno fa abbia preso questa decisione, perché ha imparato tantissimo e, per quanto banale possa sembrare, è cresciuta molto come persona.
Prima di partire ho stilato un elenco di obiettivi per quest’anno e, ripensandoci, li ho raggiunti tutti. Imparare l’italiano e visitare tutti i posti più belli della Sicilia. Avere un ottimo rapporto con i miei coinquilini (che è stato estremamente utile in tutto questo) e diventare più matura. Ho visto un cambiamento nei bambini con cui ho lavorato e ho incontrato molte persone interessanti.
Durante il mio percorso ho imparato molto su come lavorare con i bambini, proporre loro attività di educazione non formale e gestire gruppi di diverse età. Per questo motivo ho deciso di mettere la mia esperienza a servizio di altri volontari che verranno al CESIE o che faranno attività al centro UBUNTU o con bambini in generale, realizzando un manuale con suggerimenti e indicazioni utili per giocare e intrattenere i bambini.
Grazie a ciò ho anche ampliato il mio punto di vista di “giovane ragazza polacca che ha vissuto solo a Poznań” a tante possibilità diverse. Da quando ho incontrato tutte queste persone, mi sono resa conto che abbiamo tutti convinzioni, esperienze, culture, background e abilità diverse nel fare determinate cose. Ma questo è ciò che rende la storia di ognuno così unica. Inoltre, nel profondo, nonostante le nostre differenze iniziali, condividiamo tutti i bisogni fondamentali. Comprensione, senso di comunità, amore, pace, calore, sicurezza. E tutti cerchiamo brave persone con cui condividerli.
Oggi vado all’università, e sto seguendo un corso di studi interessante. E anche se si direbbe che ho preso una “pausa dallo studio”, non lo chiamerei “un anno sabbatico”, perché non lo vedo come un “gap” della mia vita, anzi. Non solo mi ha plasmato come la persona che sono oggi, ma mi ha anche regalato esperienze inestimabili. È stato un “anno di crescita”, per usare un eufemismo.
Wisia Zawieja
Volontaria ESC – Sharing solidarity 2022
Youth Unit