SVE: un’esperienza di inestimabile valore

venerdì 20 Gennaio 2012

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Sono passati più di dieci mesi, ormai, da quando ho iniziato il mio SVE a Palermo, in Sicilia. Sono partita lo scorso marzo, senza parlare una sola parola di italiano e senza avere la benché minima idea di che cosa mi stava aspettando.

Sono arrivata a Palermo in una giornata cupa e piovosa. Salvatore Danile, il mio responsabile, è venuto a prendermi alla stazione centrale di Palermo e mi ha accompagnata al mio nuovo appartamento, consegnandomi una chiave che, ricordo, mi è sembrata davvero molto buffa. Tutto era diversissimo da come lo avevo immaginato. Mi sono unita ad un gruppo di volontari provenienti da vari paesi europei e ho fatto conoscenza dello staff del CESIE, composto da persone disponibili e amichevoli.

Ho preso parte al progetto UBUNTU III, che aveva come sede “Il Giardino di Madre Teresa”, un asilo nido multiculturale fondato circa due anni fa da Rosita Marchese.

L’asilo ospitava circa trenta, quaranta bambini, tutti di età compresa dai tre ai cinque anni. Prima di allora, non mi era mai capitato di dover lavorare con i bambini, quindi in sostanza quella è stata la mia prima esperienza.

Sono rimasta davvero affascinata dai bambini, dalla loro curiosità, dalla loro intelligenza e dalla loro capacità di trovare sempre un buon motivo per cui ridere. I nostri bambini, lì, erano davvero meravigliosi, e vorrò bene per sempre a ciascuno di loro.

Il primo periodo è stato abbastanza difficile. Non sono mai stata una grande viaggiatrice, tanto che non avevo idea di cosa fosse un “terminal”, ad esempio; non ho mai abitato all’estero, non conoscevo nessuno in Italia quindi, ovviamente, potete immaginare quanto fosse difficile la comunicazione. In qualche modo comunque, giorno dopo giorno, ci sono riuscita. Ho organizzato moltissimi laboratori con i miei bambini, ho imparato l’italiano (anche se non sempre è stato facile) e mi sono perdutamente innamorata di Palermo. Sono rimasta incantata di fronte allo spettacolo di Monte Pellegrino, e alla vista che offriva la finestra del mio piccolo appartamento, che si affacciava direttamente sul mercato della Vucciria, con tutte le sue voci, i suoi suoni e i suoi colori; alla fine ho imparato ad amare anche la mia buffa, piccola chiave.

Poco alla volta ho imparato a conoscere, oltre a quella italiana, molte altre culture, assistendo ad alcuni concerti di musica tradizionale africana e partecipando a piacevolissime cene internazionali. Sono diventata, grazie a queste esperienze, una persona più aperta. Lo SVE è davvero un’opportunità preziosa!

Ho imparato che non importa quale sia il tuo background o le tue esperienze passate, perché una volta capito che cosa si vuole non resta che lavorare sodo per raggiungere il proprio obiettivo. Mi sono resa conto, finalmente, che questa è la mia vita e se voglio posso riuscire a realizzare qualsiasi cosa.

Oggi, torno a casa con un enorme bagaglio di esperienze e piccoli ma preziosissimi doni. Voglio ringraziare ancora una volta Roberta Lo Bianco, Salvatore Danile e Rosita Marchese per il sostegno che mi hanno dato durante questi nove mesi. Grazie a tutti!

Sinem Akdeniz

 

CESIE ETS