Sono stata informata in merito al progetto SVE – MORE (Servizio di Volontariato Europeo – More Opportunities Real Equality) tramite la pagina Facebook dell’associazione CESIE di Palermo, nel febbraio 2015.
In particolare, il progetto per il quale avevo effettuato richiesta di partecipazione consisteva nel trascorrere sei mesi a Berlino, collaborando con l’associazione Gesellschaft für Europabildung, o GEB. Essa quale si occupa di organizzare tirocini nella capitale tedesca per studenti stranieri, così come per insegnanti, universitari, dottorandi, nei più svariati settori professionali: ristorazione, accoglienza, medicina, organizzazione d’eventi ecc. La fase di selezione ha alternato colloquio faccia a faccia e on-line, compilazione di questionari, incontri di formazione presso la sede palermitana del CESIE. Una volta passata la selezione, la comunicazione con la Hosting Organisation tedesca è divenuta costante, erano molti i documenti da preparare, ed erano molte le domande che desideravo porgli, ed esse hanno sempre ottenuto pronta risposta. Giunta finalmente a Berlino, a inizio aprile 2015, il primo mese è trascorso velocemente, al mattino alle prese con il corso intensivo di tedesco, in ufficio invece nelle ore pomeridiane: lì ho cominciato a familiarizzare con i colleghi, con i diversi dipartimenti e le rispettive mansioni, con le attività specifiche nella quale ero coinvolta. Tali attività sono variate nel corso del tempo, in base alle necessità dell’associazione, al numero e tipologia di tirocinanti al momento in città, nonché in base ad altre variabili, come ad esempio le mie personali inclinazioni, o il livello di conoscenza della lingua in costante incremento che mi permetteva di accedere a nuove possibilità. Mi occupavo principalmente di preparare la documentazione necessaria ad ogni tirocinio: informazioni per gli studenti, informazioni per i datori di lavoro, per gli insegnanti accompagnatori e le associazioni coordinatrici. Mi sono resa conta di quanto sia immane e del tutto indispensabile tale mole di documentazione e di quanto sia importante una comunicazione chiara e subitanea tra i diversi partner coinvolti nei progetti. Ogni giorno dedicavo una significativa porzione del mio tempo in ufficio a tale comunicazione. La documentazione di ogni progetto andava successivamente stampata, firmata, controfirmata, archiviata con cura e in maniera precisa per future referenze. Inoltre ho spesso organizzato e condotto incontri con i giovani tirocinanti sul tema Erasmus+ e diverse offerte di mobilità europea, argomenti sempre accolti con grande curiosità ed entusiasmo. Un’altra mansione che svolgevo volentieri era l’elaborazione dei programmi culturali per i gruppi in arrivo, in cooperazione con gli accompagnatori e le organizzazioni coordinatrici, stilavamo un calendario di visite a musei, centri culturali, attività ricreative per orientarsi durante i primi giorni in città. Tra i partner di lunga data della GEB ci sono alcune scuole italiane, con le quali ho avuto il piacere di collaborare più di una volta. Con loro assumevo spesso anche funzioni di interprete e mediatrice. Stare a contatto con dei ragazzi così giovani, con la loro voglia di esplorare e i loro piccoli timori, mi ha motivato molto.
Momenti particolari dell’esperienza SVE sono stati indubbiamente i due training organizzati dall’Agenzia Nazionale tedesca, uno all’arrivo e uno a metà percorso, rispettivamente nelle città di Monaco di Baviera e Weimar. Lì ho avuto modo di incontrare altri volontari SVE presenti in Germania, di scambiare con loro opinioni ed esperienze, di partecipare alle numerose attività, sia culturali che più strettamente inerenti ai progetti, organizzate da preparati facilitatori.
Volendo riassumere, ritengo che l’esperienza SVE sia stata cruciale per me da differenti punti di vista: professionalmente parlando, ho avuto l’opportunità di comprendere a fondo il funzionamento di un ufficio di un’organizzazione operante nel campo degli scambi internazionali, di comprendere l’importanza di una puntuale collaborazione tra colleghi, dipartimenti e partner esterni, di confrontarmi con burocrazia e scadenze. Ad un livello personale invece, vedo migliorata la mia capacità di relazionarmi con gli altri in un contesto lavorativo nel quale è necessario condividere informazioni e responsabilità, mediare richieste, saper dare aiuto e saper chiederlo. Fondamentalmente partecipare a questo progetto mi ha aiutato ad avanzare lungo il cammino della scoperta e costruzione della mia identità, ed è un’esperienza che consiglierei vivamente a tutti i miei coetanei.
Chiara
Volontaria SVE all’interno del progetto Erasmus+ “Many Opportunities Real Equality”


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