Una palermitana in Portogallo

domenica 15 Novembre 2015

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Da circa un mese sono ritornata in Italia dopo 6 mesi della più bella avventura della mia vita che ho fatto finora.

Mi chiamo Francesca, ho 25 anni e sono stata una volontaria europea in Portogallo.

Il mio progetto era diviso in due parti: la mattina partecipare ad attività con anziani in un centro diurno; il pomeriggio invece con bambini e ragazzi. Di tanto in tanto, collaboravo anche con il banco alimentare locale e una volta a settimana con il lavoro d’ufficio della mia organizzazione ospitante.

Un continuo divertimento: nonostante l’inesperienza con gli anziani ho trovato nonni in tutti loro! Più che io a loro, loro hanno dato a me, semplicemente condividendo con me anche solo uno sguardo, pieno di esperienza e di storie che a poco a poco, col passare del tempo, ho iniziato a capire.

E poi, mi hanno insegnato a cucire, impresa impossibile per me finora. Insieme abbiamo provato a cucire la coperta più grande del mondo. Ogni giorno eravamo impegnati ad unire quadrati di lana in file da 9 provenienti da tutto il Portogallo…il giorno dell’esposizione della coperta è stata una festa magnifica.

Con i bambini e i ragazzi, nonostante la difficoltà iniziale della lingua, è stato un po’ più facile, vista la mia esperienza di volontaria in un centro della mia città. Aiutarli nei compiti dopo la scuola, giocare, visite ai musei, bagni nell’oceano ghiacciato e giornate passate al parco. Queste alcune delle attività svolte in questi 6 mesi passati insieme. E poi, sono stati i migliori maestri: la loro pazienza nello spiegarmi ogni parola nuova per me la ricorderò ogni volta che starò per perdere le staffe.

E poi c’è la parte più bella: conoscere un sacco di persone da qualunque parte del mondo, abitare in una casa con ragazzi e ragazze mai visti prima, di cultura diversa dalla tua molto spesso (nel mio caso dal Togo, dalla Polonia, dalla Turchia, dall’Uruguay ad esempio) e imparare a conoscerle giorno dopo giorno; i responsabili e i volontari dei centri; gli anziani stessi e i ragazzi, ognuno con storie diverse.

Insomma, SVE è anche costruire relazioni che dureranno per la vita. Si perché in quei mesi non si condividono solo spazi, ma si condividono emozioni, esperienze, abitudini, momenti di solitudine e momenti di pura felicità, viaggi, feste, le sbronze dopo le feste, concerti, thè serali, film, ricette; momenti che resteranno indelebili nella memoria.

Insomma, sei mesi di continua crescita e scoperta di me stessa. Un’esperienza che rifarei altre mille volte.

Francesca,

volontaria SVE all’interno del progetto Erasmus +  “Many Opportunities Real Equality”


erasmusplusangevs20

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