“Non ce ne andiamo, perché riteniamo essenziale la nostra presenza di testimoni oculari dei crimini contro l’inerme popolazione civile ora per ora, minuto per minuto”.
Scriveva così Vittorio Arrigoni nei giorni più atroci del conflitto israelo-palestinese, quando i morti non si contavano e tutti fuggivano da quel lembo di terra, perché era questa la sua vita: rimanere a fianco degli ultimi e dei più deboli, sempre.
E adesso che un gesto irragionevole e di una violenza ingiustificabile lo ha ucciso, fanno eco come un tuono le sue parole, la sua lotta nonviolenta per i palestinesi di Gaza.
Quei palestinesi che sono le prime vittime oltre che spettatori attoniti dell’accaduto e i primi orfani di Vittorio che negli ultimi anni, con il suo impegno in prima persona, è stato la loro voce.
Arrivato a Gaza come cooperante di una ONG e poi diventato collaboratore del Manifesto è riuscito a raccontare in presa diretta le tristi vicende umane provenienti da quei territori così martoriati.
Ed in questi anni Vittorio Arrigoni ha aiutato pescatori e contadini a seminare e raccogliere anche dove si spara e dove non è raccomandabile arrivare, vicino agli ultimi, ai dimenticati dal mondo.
Quasi volesse sempre andare nei luoghi più tormentati dell’umanità. Per raccontare, ma soprattutto per stare accanto, per vivere concretamente la solidarietà e l’impegno per il cambiamento. E pur di difendere sempre i diritti umani è stato disposto a donare la propria vita.
Di fronte all’ingiustizia ed guerra che circonda la tragedia umana di questi uomini, donne e bambini Vittorio ha messo in gioco la sua vita di sognatore, di attivista della nonviolenza.
All’indifferenza ed alla negazione dei diritti umani Vittorio ha contrapposto la sua lotta quotidiana di giornalista che rompeva il silenzio e l’assopimento della coscienza civile.
La sua lotta di pace per la libertà, la giustizia, i diritti umani e la democrazia sarà sempre nei cuori dei tanti palestinesi ai quali è stato al fianco.
“Restiamo umani” è la frase con cui usava chiudere i suoi articoli e reportage, un monito e un’esortazione per ognuno di noi che oggi si fa ancora più forte perché la presenza dei cooperanti nel mondo ha un grande valore di cambiamento per territori spesso abbandonati e dimenticati.