Prima di arrivare a Palermo avevo una idea generale sul progetto e sulle attività che avrei dovuto svolgere. Sapevo che avrei dovuto lavorare con migranti, programmando e creando dei laboratori che portassero all’empowerment dei ragazzi. Ho scelto questo progetto perché mi piaceva l’idea di condividere la mia conoscenza con i migranti e di poterli aiutare a raggiungere la loro inclusione sociale e il loro sviluppo personale e professionale.
Ho avuto l’opportunità di partecipare a molte attività legate all’immigrazione, come seminari, laboratori, eventi, che mi hanno permesso di capire diversi aspetti dell’immigrazione. Ho messo in pratica la cosiddetta “auto motivazione”: puoi cimentarti in diverse cose e se fallisci non è la fine del mondo, impari comunque. Durante questi mesi ho capito che bisogna aprirsi agli altri e alle nuove opportunità.
Quando ho deciso di partecipare a un progetto di nove mesi in Italia non potevo immaginare cosa avrei trovato. Ho scelto la Sicilia pensando che era molto simile al posto in cui vivevo perché sono entrambi nel Mediterraneo, c’è il sole, il mare. Sin dai primi momenti in città ho scoperto un posto ricco di storia e di culture diverse.
Una delle parti più importanti del mio SVE è rappresentato dall’incontro con altre persone. Durante il mio SVE ho conosciuto moltissime persone provenienti da paesi, background e con idee sulla vita e sul mondo diversi. Ho avuto l’opportunità di imparare molte cose sulle varie culture e i modi di vedere la vita.
E’ questo uno dei valori più importanti che mi porterò dietro.









