Per l’umanità, per la Palestina, insieme a Global Sumud Flotilla

lunedì 1 Settembre 2025

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Dal 31 agosto al 4 settembre una flotta civile, composta da gruppi provenienti da più di 48 paesi1, salperà alla volta di Gaza con l’obiettivo di rompere l’assedio israeliano nella Striscia. 

La Sicilia, già porto di partenza, nell’estate del 2025, di Madleen e Handala, navi della Freedom Flotilla Coalition intercettate illegalmente in acque internazionali dallo Stato di Israele, offrirà altre banchine all’iniziativa. 

Global Sumud Flotilla raccoglie gli sforzi di Maghreb Sumud Flotilla, prima conosciuta come Sumud Convoy, Freedom Flotilla Coalition, Global Movement to Gaza, noto come Global March to Gaza e Sumud Nusantara. Questi movimenti, composti da persone civili, hanno lanciato a giugno un appello globale coordinato di mobilitazione per mare, per terra e per aria, senza affiliazioni governative o politiche2

In arabo صمود“Sumud” significa resistenza ferma, ed è questo “il filo rosso che unisce migliaia di attivisti, medici, artisti, politici e semplici cittadini che hanno aderito a questa call to action letteralmente da ogni angolo del pianeta” – dichiara Maria Elena Delia, rappresentante del movimento per l’Italia. Artisti e artiste, accademici e accademiche e rappresentanti del mondo intellettuale italiano hanno risposto massivamente alla chiamata all’azione di Global Sumud Flotilla, pubblicando messaggi di supporto e solidarietà sui propri profili social e su quelli dell’iniziativa. 

Chi ha deciso di salpare porterà aiuti umanitari e chiederà la fine dell’assedio illegale, del genocidio, e l’apertura dei corridoi umanitari via mare che il Diritto Internazionale avrebbe dovuto garantire. Le violazioni di diritto avvenute ai danni delle due imbarcazioni della Freedom Flotilla salpate dalla Sicilia ci ricordano che lo Stato di Israele non è nuovo a questo tipo di violenze: nel 2010 infatti la nave Mavi Marmara è stata intercettata causando dieci morti. L’incursione dell’esercito israeliano sulle navi Madleen e Handala negli scorsi mesi, illegale e palese violazione del diritto del mare e delle convenzioni di Montego Bay, ha testimoniato che lo Stato di Israele non accetta alcuna azione pacifica volta a interrompere il genocidio, così come non ha lasciato che gli aiuti delle organizzazioni internazionali e le donazioni dei singoli entrassero all’interno della Striscia di Gaza. Ha scelto, consapevolmente, la carestia come arma di guerra. Questo è un crimine contro l’umanità. 

La partenza è prevista il 31 agosto da Barcellona e Genova e il 4 settembre dalla Sicilia e da Tunisi. 

CESIE ETS, Centro per lo Sviluppo Creativo Danilo Dolci – ETS e LAND, che da anni lavorano con organizzazioni basate nei Territori Palestinesi Occupati e nella Striscia di Gaza, con l’obiettivo di creare canali di cooperazione in materia di culture, economia sociale e partecipazione, sostengono l’iniziativa di Global Sumud Flotilla, che intendiamo come uno sforzo collettivo e nonviolento di fermare i crimini che vengono perpetrati a danno della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza e nei Territori Palestinesi Occupati. 

Dall’inizio del genocidio in Palestina, più di 62 mila persone3 hanno perso la vita, un terzo di queste sono bambini. I pareri della Corte Penale Internazionale, sollecitati da Stati della Maggioranza Globale (o Global South), hanno affermato che la condotta dello Stato di Israele nella Striscia di Gaza e nei Territori Palestinesi Occupati – già nel gennaio 2024 – poneva un serio rischio di crimini di genocidio. Nonostante le pressioni subite dai procuratori e dalle procuratrici della Corte Penale Internazionale, il diritto continua a fare il suo corso. Sebbene lo Stato di Israele si sottragga agli obblighi che gli sorgono in capo secondo le convenzioni di cui è parte, quelle che non ha ratificato e quelle intese come diritto consuetudinario, dobbiamo continuare a tenere i riflettori accesi sui crimini che questo Stato ha commesso e continua a commettere in maniera sempre più grave. La Nakba del 1948, che ha segnato l’espulsione delle persone palestinesi dalle loro terre e che viene ancora oggi ricordata come una catastrofe, non è stata che l’inizio di una linea di violazioni che conduce al genocidio in corso. Nelle guerre del 1967 e del 1973 che hanno visto scontrarsi gli eserciti delle nazioni arabe con lo Stato di Israele, sempre nuove fette di territorio sono state espropriate ai palestinesi e alle palestinesi per diventare oggetto di compravendita da parte dei coloni europei e americani che continuano ad affollare le terre occupate. Lo Stato di Israele ha sigillato nel 2007 la Striscia di Gaza, creando la più grande prigione a cielo aperto dove più di 2,5 milioni di palestinesi hanno visto i loro diritti fondamentali negati: l’accesso ai beni di prima necessità, all’acqua potabile, all’istruzione, la libertà di movimento, prima tra tutte, interamente sottoposta al volere arbitrario delle pattuglie di frontiera. Nella Striscia di Gaza non è possibile entrare o uscire senza completare infiniti e strutturalmente violenti iter burocratici israeliani. Queste violazioni hanno assunto il carattere di crimini contro l’umanità e crimini di genocidio

Contestualmente, anche nei Territori Palestinesi Occupati si sono intensificate le violenze nei confronti della popolazione palestinese da parte delle forze armate e dei sempre più sovvenzionati e incentivati movimenti di coloni. La libertà di movimento delle palestinesi e dei palestinesi ha subìto ulteriori restrizioni, le abitazioni e gli esercizi di commercio sono stati oggetto di demolizioni e sfratti arbitrari, e i fenomeni di detenzione amministrativa senza equo e giusto processo sono cresciuti e continuano a crescere in maniera esponenziale. Sono più di mille le vittime nei Territori Palestinesi Occupati dall’inizio del genocidio nella Striscia di Gaza e l’accelerazione del processo di espansione degli insediamenti israeliani illegali non fa che accrescere la dinamica di sistematica oppressione e strutturale violenza ai danni della popolazione palestinese. 

Ad oggi, nessun aiuto umanitario può essere introdotto nella Striscia di Gaza, perché lo Stato di Israele ne controlla le frontiere di accesso, e nessun luogo è sicuro – come recentemente dimostrato dai bombardamenti sugli ospedali Al-Shifa e Nasser e le scuole rifugio dell’UNRWA; come testimoniato dalle uccisioni di massa nei cosiddetti luoghi di distribuzione degli aiuti; come confermato dallo scolasticidio, che ha negato il diritto all’istruzione alle persone palestinesi e dall’ecocidio che sta lacerando le terre dei palestinesi, i loro ulivi e le loro fragole.  

Unendoci alla flotta civile che salperà nei prossimi giorni alla volta di Gaza, siamo a fianco della popolazione palestinese e chiediamo, supportati dalle dichiarazioni dei massimi esponenti delle Nazioni Unite, la fine del genocidio e l’unità dei territori dei Palestinesi e delle Palestinesi. Perché vengano tutelati dalle crescenti violenze dei coloni, agevolati da provvedimenti governativi che legittimano la loro azione contraria al diritto internazionale e alla dignità umana. 

Usa l’hashtag #sailtogaza, condividi l’iniziativa e aiuta Global Sumud Flotilla a rompere l’assedio nella Striscia di Gaza.

Di seguito le pagine ufficiali per seguire l’iniziativa:

Se puoi, unisciti al corteo che si terrà il 3 settembre alle ore 18.00 a Catania con partenza dall’ingresso del Porto che accoglierà e supporterà le imbarcazioni che salperanno verso Gaza

Photo © Global Sumud Flotilla https://globalsumudflotilla.org/press/


  1. Algeria, Aotearoa/Nuova Zelanda, Arabia Saudita, Australia, Austria, Bahrein, Bangladesh, Belgio, Brasile, Colombia, Danimarca, Filippine, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Indonesia, Irlanda, Italia, Giordania, Kuwait, Libia, Lussemburgo, Malesia, Maldive, Marocco, Messico, Norvegia, Oman, Paesi Bassi, Pakistan, Polonia, Qatar, Regno Unito, Sudafrica, Spagna, Sri Lanka, Stati Uniti d’America, Svezia, Svizzera, Tailandia, Tunisia, Turchia. ↩︎
  2. Sumud Convoy: movimento organizzato dalla società civile di Tunisia, Mauritania, Marocco e Libia. Questo convoglio è partito nel giugno 2025 alla volta di Rafah, prima di essere represso in Egitto, dove si era unito alle persone in rappresentanza del Global March to Gaza. 
    Global March to Gaza: movimento apolitico, civico e indipendente che ha raccolto esponenti della società civile al livello mondiale per raggiungere Rafah e fare pressione sul valico. Si è riunito al Sumud Convoy, ed è stato vittima di repressione da parte delle autorità egiziane. 
    Sumud Nusantara: su iniziativa malese, con altri otto paesi, ed ispirato dallo spirito del Sumud, questo gruppo ha deciso di raggiungere l’iniziativa Global Sumud Flotilla dall’Asia.  ↩︎
  3. Fonte: Comunicato stampa Global Sumud Flotilla, 25 agosto 2025↩︎
CESIE ETS