In alcuni Stati membri si è registrato un aumento delle mutilazioni genitali femminili (MGF).[1] La diffusione di questa forma di violenza di genere, dovuta anche alla migrazione di persone da Paesi in cui è ancora presente questa pratica, dimostra che per combattere efficacemente la pratica delle mutilazioni genitali, l’UE ha bisogno di una strategia globale, basata su un approccio sensibile al genere e ai diritti umani.
Sebbene lз operatorз sanitarз si occupino di donne che hanno subito MGF, pochissime cartelle cliniche e ospedaliere degli Stati membri contengono informazioni specifiche relative alle mutilazioni genitali e le sopravvissute non sono ancora abbastanza informate sui servizi disponibili per loro. Ciò può essere causato da una mancanza di fiducia nelle autorità, da barriere linguistiche o da una generale inaccessibilità alle informazioni e ai servizi.[2]
Chiedere un migliore sostegno per le sopravvissute significa quindi sostenere le misure statali di protezione, prevenzione e supporto, investendo fondi nell’assistenza psicosociale e sessuale e creando spazi sicuri dove professionistз informatз migliorerebbero l’assistenza sanitaria e sociale dedicata alle sopravvissute.
In questo contesto, la Rete europea End FGM lavora per promuovere il dialogo tra i diversi settori (legge, salute, protezione sociale) per fornire uno scambio di conoscenze e sostenere un approccio olistico per fermare le MGF.
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[1] https://eige.europa.eu/gender-based-violence/female-genital-mutilation
[2] https://www.endfgm.eu/content/documents/reports/FGM-EU_AFTEROL_08.11.2021-1-.jpg